
Opinione
Avrei voluto saperlo prima di prendere i gatti
di Darina Schweizer
Non può essere così difficile dare una medicina a un gatto, no? E invece sì – e i consigli del veterinario e di internet sono inutili. Almeno per la nostra Joy.
«Mettere delicatamente le gambe sotto il corpo...». Mi viene da ridere quando mio marito mi mostra un video della nostra veterinaria in cui ci mostra come applicare un unguento oftalmico a un gatto per trattare la congiuntivite. Molto semplice. In modo del tutto rilassato.
Ma non con Joy.
Alla nostra gatta vengono le palpitazioni già solo a vedere il tubetto. Non c'è da stupirsi, abbiamo provato di tutto.
Da veri ingenui, credevamo che una presa salda sia sufficiente. Chi avrebbe mai pensato che la nostra docile gattina di 3,7 chilogrammi, che più che miagolare bisbiglia, si sarebbe mutata in una tigre del Bengala? Subito al primo tentativo, mi fa tre bei graffi sul polso e uno sulla pancia, attraverso la maglietta, che ora è ornata da un elegante buco.
Forse funziona meglio se teniamo Joy a terra invece di tenerla in braccio, pensiamo, e proviamo a bloccarla sulla panchina del corridoio. È la volta di mio marito a tenere ferma la gatta. Almeno ci prova, dato che si libera dalla sua presa in soli tre secondi. «Devi tenerla bene!» sbuffo. «Sì, lo so...» borbotta mio marito. Ci sediamo sul divano, Joy si è nascosta lì sotto e tiene il broncio già da 15 minuti.
Forse la panchina era troppo bassa per tenerla bloccata, pensiamo, e ci viene in mente la successiva idea brillante: il tavolo da pranzo (non ce la siamo mangiati, niente paura). Questa volta indosso due guanti invernali di lana e un accappatoio sopra la maglietta bucata. Uno spettacolo da vedere. In effetti per un attimo riesco a tenerla ferma. Tuttavia, quando Joy vede il tubetto di crema, ritrae il collo come una tartaruga e guarda dimostrativamente verso il basso. Questo rende impossibile per mio marito raggiungere il suo occhio. Così la lasciamo andare. E volano tutti i santi.
Se il problema è il tubetto, allora è necessario qualcos'altro. Ho un'idea alla MacGyver di cui sono convinta almeno il doppio di mio marito. Prendo un cucchiaio dal cassetto e ci spremo sopra un filo di crema. Mio marito tiene di nuovo Joy in braccio mentre io avvicino il cucchiaio all'occhio. Naturalmente, ora lo chiude e gira la testa di lato. La crema finisce per metà sui baffi e per metà sull'orecchio. Fantastico! Veramente fantastico.
Mio marito ritiene che un croccantino possa risolvere con successo la situazione. «Dreamer», penso io. «Dreamies», pensa lui. Joy li sgranocchia finché non la blocchiamo per la prima volta. Da quel momento in poi, scappa via non appena sente il fruscio del sacchetto. Un incubo. Questa volta si ritira sotto il letto.
Dato che dobbiamo metterle sta benedetta crema, questa volta proviamo a tenere Joy per la piega della pelle sulla nuca. Proprio come fanno le mamme gatte con i gattini. E come la nostra veterinaria ha già tenuto Jasper. Con Joy fallisce miseramente. Si dimena freneticamente e ottiene la libertà. «Va bene, allora lasceremo che il tuo occhio marcisca!», le dico con un tono sarcastico mentre mi guarda incredula da sotto il divano.
Infine, diamo una possibilità a un suggerimento trovato su internet: il trucco del burrito, ovvero avvolgere il gatto in un panno. Haha. È il giorno della fajita? Non da noi. Non appena Joy sente l'asciugamano sotto le zampe – sempre che riusciamo ad arrivare a quel punto – capisce che abbiamo in mente qualcosa. Il nostro «burrito» rimane vuoto, Joy si libera dalla presa in un battibaleno.
Mentre i nervi saldi di mio marito si agitano in modo preoccupante, mi viene un'ultima idea. E se a tenere Joy sulla panchina del corridoio fossi io? Mi metto con tutto il mio peso sul corpicino del gatto, spingo le zampe verso l'interno con le braccia e tengo la testa verso l'alto con le dita bloccandola con il mio mento. Mio marito apre l'occhio di Joy con una mano: «Quello sinistro, giusto?» – e con l'altra applica la crema. Ce l'abbiamo fatta!!! Ora dobbiamo solo rifarlo altre sette volte...
Riassunto: ciò che sembra così facile dal veterinario e su internet può richiedere abilità acrobatiche a casa. E quello che per un gatto è un gioco da ragazzi – Jasper può essere tenuto in braccio, raggomitolato e con gli occhi aperti in tutte le posizioni senza problemi – per l'altro può trasformarsi in una lotta di sopravvivenza. A chi deve ancora affrontare il calvario di mettere creme, somministrare gocce e compresse, ho solo una cosa da dire: «Buona fortuna!».
Come riesci a somministrare i farmaci al tuo gatto? Fammelo sapere nei commenti.
Mi piace tutto ciò che ha quattro zampe e radici. Le pagine dei libri mi permettono di addentrarmi negli abissi dell'animo umano. Le montagne, invece, mi bloccano solo la vista, soprattutto del mare. Anche sui fari si può respirare aria fresca.