iPhone 14 Pro al test: grandi aspettative, realtà ben più sobria
Test del prodotto

iPhone 14 Pro al test: grandi aspettative, realtà ben più sobria

Traduzione: Martina Russo

Il nuovo smartphone top di gamma di Apple promette molto. La fotocamera dovrebbe aprire nuovi orizzonti e la Dynamic Island dovrebbe rivoluzionare l’interazione con il telefono. Nella realtà, credo che nessuna delle due cose sia riuscita. Nella recensione dettagliata ti racconto perché penso che l’iPhone 14 Pro sia comunque un buon prodotto.

Sto utilizzando l’iPhone 14 Pro da circa due settimane. Come ogni anno, è il miglior cellulare Apple di sempre: un prodotto di punta completo che secondo me non ha alcun vero difetto. Se sei alla ricerca di un nuovo iPhone e il prezzo per te non è un problema, non lasciartelo sfuggire: non te ne pentirai. Nonostante tutto, però, l’iPhone 14 Pro delude un po’ le mie personali aspettative. E la colpa è tutta di Apple.

«È la linea di prodotti professionali più innovativa di sempre» – «Abbiamo reinventato il modo in cui interagisci con il tuo iPhone» – «La fotocamera dell’iPhone 14 Pro inaugura una nuova era della fotografia». Queste sono solo tre delle tante frasi a effetto con cui Tim Cook, CEO di Apple, e colleghi hanno presentato l’iPhone 14 Pro. Con una pioggia di superlativi. Del resto, non è una novità. Ma quest’anno sono rimasto davvero colpito dalla presentazione: ad esempio nessuno si aspettava la Dynamic Island, il nuovo notch a forma di pillola. Il display always-on sembrava più bello e meno energivoro rispetto alla concorrenza Android. E poi la fotocamera! Sensori notevolmente più grandi, obiettivi migliori, una migliore elaborazione delle immagini e, non da ultimo, una risoluzione di 48 megapixel. Wow! Un enorme passo in avanti.

Apple iPhone 14 Pro (256 GB, Porpora Profondo, 6.10", SIM + eSIM, 48 Mpx, 5G)
1119,35 EUR

Apple iPhone 14 Pro

256 GB, Porpora Profondo, 6.10", SIM + eSIM, 48 Mpx, 5G

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Ecco perché le mie aspettative erano alte, molto più alte rispetto agli anni scorsi e forse anche più alte di quanto sarebbe stato lecito. Perché, ad essere sinceri, a me sembrava che già l’iPhone 13 Pro fosse eccellente e ogni anno diventa sempre più difficile produrre smartphone ancora superiori. Non commuoverti per Apple, però, perché chi fa promesse altisonanti deve poi esserne all'altezza. Ed è proprio quello che ho voluto verificare con questo test.

Il design: un peso massimo dall'aspetto gradevole

L’iPhone 14 Pro è uguale all’iPhone 13 Pro che è uguale all’iPhone 12 Pro. Il retro è in vetro opaco, il telaio in acciaio inox lucido. Senz’altro bello da vedere, ma sulle superfici lucide spiccano chiaramente anche tutte le impronte. Continuo a non trovare particolarmente ergonomico il design angolare, anche perché l’iPhone 14 Pro, pure nella variante più piccola da 6,1 pollici, pesa oltre 200 grammi. È comunque bello da vedere. Mi piace molto anche il nuovo colore «Deep Purple».

Il nuovo «Deep Purple» è praticamente color melanzana. Mi piace molto.
Il nuovo «Deep Purple» è praticamente color melanzana. Mi piace molto.

Il modulo della fotocamera sporge di più rispetto a quello del 13 Pro. Di conseguenza, se non ha la custodia il cellulare oscilla di più quando è poggiato su una superficie con lo schermo rivolto verso l’alto. Per evitare oscillazioni servono custodie più spesse di quella del modello precedente. Ma non voglio insistere su questo aspetto dell’iPhone 14 Pro, perché in realtà c’è un motivo valido per gli obiettivi più grandi.

Il modulo della fotocamera dell’iPhone 14 Pro (a sinistra) è più sporgente rispetto a quello del 13 Pro (a destra). Quest’ultimo, tra l’altro, ha anche una pellicola protettiva per lo schermo ed è quindi un po’ più alto.
Il modulo della fotocamera dell’iPhone 14 Pro (a sinistra) è più sporgente rispetto a quello del 13 Pro (a destra). Quest’ultimo, tra l’altro, ha anche una pellicola protettiva per lo schermo ed è quindi un po’ più alto.

La fotocamere: non proprio un salto quantico

Per me le fotocamere sono l’elemento più importante di un telefono. Come il suo predecessore, anche l’iPhone 14 Pro ne ha tre: un obiettivo ultragrandangolare con lunghezza focale di 13 mm (tutte le specifiche sono equivalenti al full-frame), un obiettivo principale con lunghezza focale di 24 mm e un teleobiettivo con lunghezza focale di 77 mm. Il grandangolo della fotocamera principale è quindi più largo di due mm, cosa che personalmente non apprezzo. Preferisco una lunghezza focale normale.

Sulla carta, il miglioramento più importante sono i sensori più grandi. L’unico che non è cambiato è quello del telescopio. Il sensore della fotocamera principale è più grande del 65% e quello dell’ultragrandangolare è quasi il doppio di quello del modello precedente. Questo significa pixel più grandi; pixel più grandi significano una maggiore resa luminosa e, quindi, meno rumore di immagine e più dettagli. È vero che i singoli pixel della fotocamera principale sono più piccoli di prima, perché passando a 48 megapixel la risoluzione è quadruplicata. Ma in modalità normale Apple raggruppa di nuovo quattro pixel in uno, il che dovrebbe portare a dodici megapixel di risoluzione e a una maggiore qualità. Sembra tutto molto promettente. Almeno in teoria.

In realtà, anche se la fotocamera dell’ultimo iPhone è migliore di quella del predecessore, non c’è stato un grande salto.
In realtà, anche se la fotocamera dell’ultimo iPhone è migliore di quella del predecessore, non c’è stato un grande salto.

A livello pratico il nuovo modulo della fotocamera mi ha un po’ deluso. Non che sia un male: la qualità delle immagini è davvero sorprendente. È solo che l’avevano già fatto con l’iPhone 13 Pro. Nel confronto diretto la differenza non è così evidente come mi sarei aspettato, visto i quattro sensori molto più grandi.

La fotocamera principale

48 megapixel: che effetto ha, nella pratica, questo numerone? Nella maggior parte delle applicazioni, nessuno. Se fai foto nel formato HEIC compresso di Apple dell’impostazione standard le immagini sono comunque di soli 12 megapixel. Se le condizioni di illuminazione sono buone, a malapena le distingui dalle immagini ottenute con il modello precedente. Nelle scene ad alto contrasto puoi riuscire a distinguere, cercandoli, un po' più dettagli nell’ombra, merito forse anche della nuova elaborazione delle immagini che Apple chiama «Photonic Engine». Le immagini HEIC hanno un contrasto più marcato e la stessa nitidezza estrema di tutti gli smartphone.

Anche in condizioni di scarsa illuminazione la differenza tra il 14 Pro e il 13 Pro è minima e qui, invece, mi aspettavo un salto maggiore. Forse perché ora l’obiettivo della fotocamera principale ha un’apertura massima di f/1,8 anziché f/1,5 come in precedenza. È quindi meno sensibile alla luce, il che annulla in parte il vantaggio ottenuto con il sensore più grande.

Un’immagine da 48 megapixel dell’iPhone 14 Pro sviluppata in Lightroom.
Un’immagine da 48 megapixel dell’iPhone 14 Pro sviluppata in Lightroom.
A titolo di confronto, un’immagine da 50 megapixel scattata con la Sony A1, prodotto top di gamma mirrorless full-frame.
A titolo di confronto, un’immagine da 50 megapixel scattata con la Sony A1, prodotto top di gamma mirrorless full-frame.

Solo attivando la modalità RAW la fotocamera principale dell’iPhone 14 Pro mostra davvero che cosa sa fare. Con la luce del giorno cattura molti più dettagli rispetto alla versione precedente, mentre non si notano più gli artefatti dell’aggressivo motore di elaborazione delle immagini. Le immagini hanno una notevole gamma dinamica e su Lightroom posso intensificare di più le ombre rispetto al modello precedente prima che il rumore di immagine diventi troppo forte. Il nuovo iPhone non è però in grado di competere con una fotocamera dedicata con una risoluzione simile: la mia Sony A1 da 50 megapixel risolve i piccoli dettagli con una maggiore precisione e cattura più informazioni in presenza di luci intense e ombre profonde. Com’era prevedibile, se aumentano i valori ISO le immagini dell’iPhone non sono di qualità, mentre la Sony dà ancora buoni risultati anche a ISO 6400. Tuttavia, se sto confrontando uno smartphone con una fotocamera che costa quasi 8000 franchi vuol dire che in condizioni ottimali la modalità RAW del nuovo iPhone funziona davvero bene.

La superiorità della Sony A1 (a destra) rispetto all’iPhone 14 Pro (a sinistra) diventa evidente quando si fanno ingrandimenti elevati.
La superiorità della Sony A1 (a destra) rispetto all’iPhone 14 Pro (a sinistra) diventa evidente quando si fanno ingrandimenti elevati.

La differenza tra le immagini compresse e quelle in formato RAW è evidente: il nuovo sensore offre più di quanto non riesca a fare attualmente la «Photonic Engine» di Apple. In quest’ambito il dispositivo sembra scontrarsi con i limiti del processore. Ho anche notato che alla massima risoluzione serve più di un secondo per salvare un’immagine in DNG dopo averla scattata ottenendo, tra l’altro, file che pesano ben 70 megabyte.

Obiettivo ultragrandangolare, teleobiettivo e fotocamera frontale

A parte la modalità a 48 megapixel della fotocamera principale, l’upgrade più rilevante è il nuovo sensore della fotocamera ultragrandangolare. Anche se non c’è una differenza abissale rispetto al predecessore, la gamma dinamica è nettamente migliore in situazioni di controluce. In presenza di scarsa, illuminazione l’iPhone 14 Pro riesce a contrastare il rumore di immagine «sporcando» un po’ meno le immagini rispetto al 13 Pro. Anche in modalità RAW si ottengono immagini con risoluzione di 12 megapixel. Nel complesso a livello qualitativo l’obiettivo ultragrandangolare si avvicina comunque di più alla fotocamera principale.

In condizioni di scarsa illuminazione, l’immagine ultragrandangolare dell’iPhone 14 Pro (a sinistra) è leggermente meno rumorosa di quella dell’iPhone 13 Pro (a destra).
In condizioni di scarsa illuminazione, l’immagine ultragrandangolare dell’iPhone 14 Pro (a sinistra) è leggermente meno rumorosa di quella dell’iPhone 13 Pro (a destra).

Lo stesso non si può dire del teleobiettivo. A parte la nuova elaborazione delle immagini qui, invece, non è cambiato nulla e lo zoom 3x resta ancora l’anello debole del modulo fotocamera. In effetti sembra che la Photonic Engine riesca a ottenere di più dalle immagini, perché vedo dettagli più fini. Ma se le condizioni di illuminazione non sono ottimali, il piccolo sensore raggiunge ben presto i propri limiti e inizia a produrre rumore. È migliore anche la qualità del nuovo zoom digitale 2x che utilizza una sezione del sensore della fotocamera principale.

Ora la fotocamera anteriore è dotata di autofocus. Te ne accorgi solo quando cerchi di scattare uno di quei selfie a distanza ravvicinata dove esci con un naso alla Asterix. Una cosa positiva che ho notato è che la nuova fotocamera anteriore sembra meno soggetta a flare rispetto a quella dell’iPhone 13 Pro. Le immagini appaiono più chiare e con un maggiore contrasto. Per molte persone questo dovrebbe essere un miglioramento apprezzato.

La fotocamera per i selfie dell’iPhone 14 Pro gestisce il controluce meglio...
La fotocamera per i selfie dell’iPhone 14 Pro gestisce il controluce meglio...
...del precedente modello iPhone 13 Pro.
...del precedente modello iPhone 13 Pro.

Video

La qualità dei video è tuttora uno dei maggiori punti di forza della linea Pro di Apple. Le riprese in 4K sono così buone che mi basta appena un po' di post-produzione per mescolarle persino a quelle girate con la mia telcamera Sony grande. La gamma dinamica e la nitidezza dei filmati sono incredibili e nettamente superiori a quelli della concorrenza. Senz’altro i sensori leggermente migliori della fotocamera principale e di quella ultragrandangolare hanno la loro importanza, anche se nelle immagini in movimento le differenze con l’iPhone 13 Pro sono ancora meno evidenti che nelle foto.

Le novità sono solo due: innanzi tutto ora la profondità di campo artificiale «Cinematic Mode» funziona anche con una risoluzione di 4K e 24 fotogrammi al secondo. Nei brevi test che ho fatto sembra anche catturare meglio le persone. Abbondano però ancora artefatti e aloni, tanto che questa modalità è tuttora inutilizzabile per me. Sono altrettanto critico nei confronti della seconda novità, ovvero l’«Action Mode». Si tratta di uno stabilizzatore digitale d’immagine aggressivo che riduce la risoluzione da 4K a 2,8K e che produce riprese che sembrano girate con un gimbal. A mio parere, però, la qualità ne risente troppo, tanto più che il normale stabilizzatore ottico d’immagine è già ottimo.

Lo schermo: display always-(troppo)on

Prima le buone notizie: il display dell’iPhone 14 Pro è fantastico. Con una luminosità di picco fino a 2000 nits è diventato ancora più luminoso. Sotto la luce diretta del sole la differenza con il 13 Pro si nota bene. Nessun appunto da fare nemmeno alle altre caratteristiche principali dello schermo. Sia la resa cromatica che il contrasto sono ineccepibili, le animazioni e i movimenti di scorrimento sono estremamente fluidi grazie alla frequenza di aggiornamento adattiva fino a 120 hertz che risparmia la batteria.

Alla luminosità massima, il display dell’iPhone 14 Pro (a destra) ha un contrasto notevolmente migliore rispetto allo schermo del modello precedente (a sinistra).
Alla luminosità massima, il display dell’iPhone 14 Pro (a destra) ha un contrasto notevolmente migliore rispetto allo schermo del modello precedente (a sinistra).

La modalità always-on è completamente nuova. Se l’opzione è attivata, l’iPhone 14 Pro visualizza l’ora, i messaggi, la musica e persino lo sfondo in forma attenuata anche quando è bloccato. Non hai quindi bisogno di toccare lo schermo per visualizzare informazioni sempre aggiornate. In questo stato, il display aggiorna l’immagine solo una volta al secondo e non dovrebbe quindi incidere eccessivamente sulla durata della batteria. In teoria sembrerebbe tutto perfetto. A livello pratico, però, questa funzione mi irrita: il display resta troppo illuminato per i miei gusti. Soprattutto con uno sfondo chiaro ho sempre l’impressione che il telefono sia sbloccato. Inoltre, la durata della batteria ne risente notevolmente. Se hai uno sfondo scuro i due problemi sono meno evidenti, ma anche dopo due settimane non mi sono ancora abituato al display always-on. Se tengo l’iPhone sul tavolo devo per forza girarlo, altrimenti mi distrae troppo. Poi però mi innervosisco, perché ogni volta che voglio controllare le notifiche devo prenderlo in mano.

Anche in stato di blocco il display always-on è ancora piuttosto luminoso: una cosa che mi irrita.
Anche in stato di blocco il display always-on è ancora piuttosto luminoso: una cosa che mi irrita.

Questo problema si potrebbe risolvere facilmente se solo potessi personalizzare la funzione, come avviene in alcuni dispositivi Android. Mi piacerebbe che ci fosse un cursore per regolare la luminosità relativa e l’opzione per nascondere l’immagine di sfondo. Ma per ora non ci sono e Apple mi dà solo due opzioni di impostazione: on e off. Mi auguro vivamente che i programmatori californiani li includano in un futuro aggiornamento del software. Così com’è ora, il display always-on è per me un display troppo-on.

Isola dinamica: si può fare di più

Solo alla Apple poteva venire in mente di chiamare «Dynamic Island» il nuovo notch del display a forma di pillola che include i sensori per il Face ID e la fotocamera anteriore. Ma per quanto sia ridicolo, questo nome ha fatto nascere così tanti meme e ha ormai un valore di riconoscimento così alto che purtroppo mi tocca rispettarlo, insieme all’idea che sta alla base. Invece di diminuire semplicemente le dimensioni del notch della versione precedente, l’iPhone 14 Pro lo trasforma in una caratteristica peculiare. Una mossa tanto sfacciata quanto geniale. L’area nera si espande a sinistra, a destra e verso il basso. A seconda dell’applicazione che funziona in background, nella barra compare un altro piccolo simbolo. Basta un rapido tocco per aprire subito l’app in questione. Se invece tengo premuto più a lungo, la pillola si trasforma in un piccolo widget con opzioni di controllo. Quindi si può scegliere direttamente il titolo del brano successivo, ad esempio.

Sono abbastanza combattuto sul fatto che l’isola, in fin dei conti, offra un reale valore aggiunto. Sono colpito positivamente dalle animazioni simpatiche e perfettamente coordinate con cui la pillola si ingrandisce, si divide in due o si richiude. Nel video qui sopra, rallentato 5 volte, vedi come funziona. Grazie alle animazioni, la Dynamic Island appare molto ben integrata nel dispositivo e nel software. C’è però un aspetto negativo in tutto questo: il nuovo notch è molto più evidente di quello dell’iPhone 13 Pro. C’è sempre qualcosa in movimento, sgargianti copertine di album o timer in funzione, che cattura la mia attenzione. Il bordo inferiore della pillola, inoltre, scende più in basso del bordo inferiore del notch. Nella maggior parte dei casi questo non ha alcuna importanza, ma alcuni dei miei youtuber preferiti caricano i video in formato 18:9. Mentre con il notch solo pochi pixel invadono l’immagine, nel caso della pillola è quasi metà della superficie.

In alcuni formati video il nuovo notch dell’iPhone 14 Pro (in alto) si estende maggiormente nell’immagine rispetto a quello del predecessore (in basso).
In alcuni formati video il nuovo notch dell’iPhone 14 Pro (in alto) si estende maggiormente nell’immagine rispetto a quello del predecessore (in basso).

Fino ad ora ho utilizzato l’isola principalmente per controllare la musica e a volte un timer. Finalmente gli indicatori di stato, come la navigazione o le chiamate, vengono visualizzati in un punto decente, anziché colorare solo l’angolo in alto a sinistra di blu o verde come in passato. È un piccolo miglioramento rispetto alla vecchia modalità di funzionamento, ma che non cambia in modo sostanziale la mia esperienza con l’iPhone. L’isola non è comoda da usare con una sola mano. Trovo poi poco logico che toccando una volta si apra l’intera app e che serva una pressione prolungata per aprire lo splitscreen e non il contrario. Nel complesso la Dynamic Island finisce nel mio rapporto di test con uno zero nero. Visto che Apple l’ha rilasciata per gli sviluppatori di app, potenzialmente potrebbe diventare più utile nel tempo.

Altre funzioni: iPhone come salvavita

Oltre allo schermo e alla fotocamera, ci sono altre innovazioni che meritano di essere citate. Ad esempio la nuova funzione di rilevamento incidenti, che dovrebbe accorgersi se hai un incidente con l’auto. Nel qual caso l’iPhone effettua automaticamente la chiamata d’emergenza. Non l’ho provata personalmente, ma alcuni canali YouTube riferiscono di test riusciti. È una funzione di cui probabilmente la maggior parte delle persone non avrà mai bisogno; ma, in quei pochi casi in cui servirà, il rilevamento incidenti potrebbe salvare delle vite. La funzione di chiamata d’emergenza va esattamente nella stessa direzione: nei luoghi in cui il cellulare non riceve, l’iPhone 14 Pro può connettersi ai satelliti e quindi inviare chiamate d’emergenza via messaggio. Per ora funziona solo negli Stati Uniti e in Canada e solamente all’aperto. I cinici insinuano che queste funzioni di sicurezza siano semplicemente una strategia di marketing. Io le trovo comunque lodevoli: un buon marketing e funzioni utili non si escludono a vicenda.

Sono più scettico sul passaggio all’eSIM: negli Stati Uniti Apple ha eliminato definitivamente dall’iPhone 14 Pro lo slot fisico per la scheda SIM. Dovrebbe essere solo questione di tempo prima che accada anche in Europa. Questa novità costringerà i provider di telefonia mobile in tutto il mondo a supportare le eSIM: un passaggio che richiederà un po’ di tempo, soprattutto nei paesi emergenti e in via di sviluppo. Fino ad allora per qualcuno la mancanza di uno slot fisico sarà invece un criterio di esclusione, soprattutto per chi viaggia molto e spesso acquista schede SIM locali che a questo punto non potrebbero più essere utilizzate. Ma stiamo comunque parlando del futuro. Per ora sono contento che in Svizzera e in Germania ci sia ancora la possibilità di scegliere tra carte SIM fisiche ed elettroniche.

Prestazioni, batteria e altoparlante: tutto ottimo

Come ogni anno il nuovo top di gamma di Apple è un po’ più veloce del precedente. È ormai un bel po’ che a livello pratico non mi accorgo di nulla: soltanto il benchmark sintetico Geekbench 5 rivela un aumento delle prestazioni di qualche punto percentuale. Secondo Apple, il nuovo chip A16 Bionic è più efficiente e quindi vantaggioso per la durata della batteria. Io non me ne sono accorto, probabilmente per colpa del display always-on attivato, visto che l’iPhone 14 Pro dura un po’ meno del 13 Pro. Stiamo comunque lamentandoci del brodo grasso, perché anche così mi dura comodamente un’intera giornata e la sera ha ancora il 30-40% di carica residua.

Solo il test Geekbench identifica il leggero miglioramento delle prestazioni dell’iPhone 14 Pro (a destra) rispetto al 13 Pro (a sinistra).
Solo il test Geekbench identifica il leggero miglioramento delle prestazioni dell’iPhone 14 Pro (a destra) rispetto al 13 Pro (a sinistra).

Il nuovo modem sembra garantire una migliore ricezione. Ad esempio in una valle remota del Ticino mi sono ritrovato di colpo una o due tacche di 4G, mentre con il 13 Pro risultavo ancora in una zona senza copertura. Non posso dire lo stesso della connessione Wi-Fi: Apple ha mantenuto il WiFi 6 invece di passare all’ultimo standard 6E. Gli altoparlanti, invece, mi sembrano migliori di quelli del modello precedente. Il suono sembra più equilibrato e i singoli strumenti e voci si distinguono meglio: per uno smartphone, la qualità audio è davvero sorprendente. In questo ambito al momento Apple sta facendo tutto bene con tutti i suoi dispositivi.

Conclusione: migliorato dell’otto percento

L’iPhone 14 Pro è un buon prodotto. Direi addirittura ottimo. Fotocamera, display, durata della batteria e funzioni sono all’avanguardia. L’unico problema è il marketing iperbolico di Apple che gonfia le aspettative ad altezze vertiginose. Chi, come me, si fa sempre abbindolare, resterà insoddisfatto: la fotocamera non inaugura «una nuova era della fotografia». La Dynamic Island non reinventa «il modo in cui interagisco con il mio smartphone». E l’iPhone 14 Pro non è nemmeno «la linea di prodotti professionali più innovativa di sempre».

In realtà l’ultimo iPhone Pro è solo un po’ meglio di quello dell’anno scorso: se dovessi convertire in numeri le mie impressioni soggettive, direi complessivamente di un 8% percepito. Nella maggior parte dei casi la fotocamera scatta foto con la stessa qualità. Soltanto nella modalità RAW il nuovo sensore da 48 megapixel dimostra la sua superiorità. Ma, a causa delle grandi dimensioni dei file risultanti, saranno pochissimi gli utenti ad attivarlo. Trovo che la Dynamic Island sia elegante, ma finora non particolarmente utile. Il display always-on mi distrae più di quanto non aggiunga valore. Apple potrebbe migliorare in modo significativo questi ultimi due elementi con aggiornamenti del software. È quindi molto possibile che le nuove funzioni dimostrino tutto il loro potenziale solo tra qualche mese.

Lontano dai riflettori sonno i piccoli dettagli a rendere l’iPhone 14 Pro migliore del suo predecessore nell’uso quotidiano: altoparlanti ottimi, modem del cellulare migliorato, nuove funzioni di sicurezza e display più luminoso. Questi per me sono i veri punti di forza e rendono il prodotto di punta di Apple un pacchetto completo senza pecche, come sempre a un prezzo salato. In Svizzera e in Germania viene venduto a un prezzo leggermente superiore al prezzo di lancio dell’iPhone 13 Pro.

Se hai già un iPhone 13 Pro (a sinistra) e non devi per forza avere sempre l’ultimo apparecchio uscito, puoi tranquillamente saltare il modello di quest’anno.
Se hai già un iPhone 13 Pro (a sinistra) e non devi per forza avere sempre l’ultimo apparecchio uscito, puoi tranquillamente saltare il modello di quest’anno.

A chi è consigliato, quindi, l’iPhone 14 Pro? Se sei tra quelli che vogliono sempre essere all’avanguardia a livello tecnologico probabilmente l’hai già ordinato. Anche se per qualche motivo ti servisse un nuovo iPhone o volessi lasciare il tuo Android, non avere dubbi: quest’anno l’iPhone 14 Pro si distingue così nettamente dal normale iPhone 14 che per me vale tutti i soldi extra. Se invece hai già un iPhone 12 Pro o 13 Pro e ti soddisfa, secondo me puoi risparmiarti l’upgrade. Il modello di quest’anno è troppo simile al precedente per giustificare l’acquisto. Come ho detto poco fa, per me è migliorato solo dell’8%.

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Le mie impronte digitali cambiano talmente spesso che il mio MacBook non le riconosce più. Il motivo? Se non sono seduto davanti a uno schermo o in piedi dietro a una telecamera, probabilmente mi trovo appeso a una parete di roccia mantenendomi con i polpastrelli. 


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