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Michelle Brändle
Test del prodotto

Il Google Pixel 10 Pro è semplicemente un buon prodotto: pochi fronzoli e zero clamore

Michelle Brändle
29/8/2025
Traduzione: Martina Russo

Il Google Pixel 10 Pro è un Pixel 9 Pro leggermente migliorato. Potrà sembrarti noioso, ma in realtà offre un pacchetto completo con molti pregi.

Stai cercando uno smartphone potente e affidabile per l'uso quotidiano, dotato di un'ottima fotocamera e che non superi i 1000 franchi? Questo telefono potrebbe essere il candidato giusto.

Il Pixel 10 Pro è disponibile in due misure: da 6,3 e 6,7 pollici. L'unica differenza, oltre alla dimensione, è la batteria che nel modello più grande ha una capacità maggiore e consuma più watt. Nel capitolo dedicato all'hardware esamino questo aspetto in modo più approfondito. Per il resto, in questa recensione mi riferisco al Pixel 10 Pro standard.

Display e design

Con un formato di 15,3 cm × 7,2 cm × 0,9 cm, il Pixel 10 Pro è grande come il modello precedente. In compenso è un po' più pesante (207 grammi invece di 199), ma la differenza non è rilevante. Personalmente lo trovo un po' troppo largo.

Il display OLED da 6,3 pollici ha una frequenza di aggiornamento adattiva di 1-120 Hz e una risoluzione di 1280 × 2856 pixel. Rispetto al Pixel 9 Pro, è leggermente più luminoso e risplende nelle mie mani con ben 3300 nit (invece di 3000).

Hardware: magneticamente attraente ed eccezionalmente resistente

Google ha modificato due componenti hardware: un nuovo SoC (System on a Chip) e una batteria un po' più grande, a cui si è aggiunto il supporto Qi2.

Un elemento degno di nota è il nuovo sistema «Pixelsnap» con supporto Qi2. Funziona in base allo stesso principio del MagSafe di Apple. Questo smartphone è quindi il primo Android che si ricarica in modalità wireless tramite supporto magnetico. Nel mio caso, utilizzo i magneti per attaccarci il mio morbidoso portamonete.

Le differenze tra il Pixel 10 Pro e il Pixel 10 Pro XL in dettaglio:

Per il resto, il chip è più veloce rispetto al modello precedente, ma non eccezionale. Ad esempio, è molto inferiore rispetto al Samsung Galaxy S25 che monta lo Snapdragon 8 Elite. Questo significa che i giochi graficamente pesanti come «Genshin Impact» funzionano in modo fluido con il Tensor G5 solo a impostazioni grafiche medie. Per il resto, non ho rilevato altre limitazioni nell'uso quotidiano e sono quindi soddisfatta.

Anche gli altoparlanti sono migliorati. Nel modello precedente trovavo il suono terribile, troppo metallico. Adesso il suono è molto più pieno e caldo e risulta naturale per uno smartphone. Posso persino guardarmi i video anche senza cuffie.

Fotocamere: Google mi assiste ovunque

Nessuna miglioria, invece, è stata apportata alle fotocamere. Però sono state introdotte alcune nuove funzioni che dovrebbero rendere più facile fotografare. Quindi mi concentrerò su queste funzioni, aggiungendo un paio di impressioni sulla fotocamera principale e su quella per i selfie.

Le specifiche:

  • fotocamera principale: 50 MP, f/1.7, sensore da 1/1.31"
  • teleobiettivo: 48 MP, f/2.8, sensore da 1/2.55", zoom ottico 5x
  • ultra-grandangolo: 48 MP, f/1.7, sensore da 1/2.55"
  • fotocamera per i selfie: 42 MP, f/2.2

Il Camera Coach: una guida passo passo a ottime foto

Se ne ho bisogno, posso attivare il nuovo Camera Coach nell'app della fotocamera, che esamina l'inquadratura e mi fornisce suggerimenti su come ottenere una fotografia di qualità.

Ecco come funziona:

  1. L'app analizza quello che vedo attraverso l'obiettivo.
  2. Tra le varie proposte, scelgo quella che voglio ottenere come risultato.
  3. Seguo le istruzioni relative all'inquadratura, all'angolazione e alla distanza dal soggetto.
  4. Premo il pulsante di scatto.

Trovo questa funzione davvero sorprendente, perché grazie all'IA riconosce quello che è visibile. Ma le proposte che ottengo non mi danno alcun valore aggiunto. Se invece penso ai miei genitori, che a volte scattano foto piuttosto improbabili di paesaggi e di sé stessi, potrebbero essere il target ideale. Con questo smartphone potrebbero imparare a cosa fare attenzione per fotografare al meglio un soggetto.

Zoom 100x Super Res: l'IA mescola realtà e finzione

Quando gli obiettivi raggiungono i loro limiti fisici in fase di zoom, l'IA viene prontamente in aiuto. Una cosa che nei Samsung succede già da tempo. Ora Google introduce una funzione che avvicina notevolmente i soggetti. Per farlo, il software accede a dati di immagini prese da un database online e integra la mia foto nei punti in cui è sfocata. Ci vogliono un paio di secondi per ottenere l'immagine finale.

Dove ci sono delle lettere secondo me l'IA interviene in modo troppo pesante, cambiandone la forma e persino creando nuove lettere. Anche con forme definite, come una chitarra, lo zoom AI ha qualche problema: le corde non sono diritte.

Con la modalità automatica le foto di gruppo sono perfette, ma non sempre

Google ha già presentato lo scorso anno una funzione per migliorare le foto di gruppo. In pratica dovevo scattare più foto al gruppo e poi potevo scegliere quali volti erano migliori nelle diverse immagini. Alla fine, assemblando i vari pezzi, veniva generata una foto di gruppo in cui tutti sorridevano e avevano gli occhi aperti.

Era una rielaborazione manuale che richiedeva del tempo. Ecco perché Google ha ripensato la cosa e ha semplificato la funzione. Ora il Pixel 10 mi crea automaticamente una cosiddetta «foto top» non appena riconosce più fotografie simili con persone. Inoltre, mentre sto scattando la foto, delle cornici gialle attorno ai volti mi indicano quali persone stanno guardando bene verso la fotocamera.

Nella pratica questa funzione non è molto utile: se scatto diverse foto di un gruppo, l'IA analizza tutte le immagini e crea la «foto top», ma solo al secondo tentativo. Non posso affidarle questo compito manualmente e comunque la selezione non è sempre ottimale. Il che vuol dire che mi viene proposta una foto in cui la mia amica ha gli occhi chiusi, mentre in un'altra era venuta meglio.

Software e IA: interpretazione simultanea sul telefono

Google fornisce il Pixel 10 Pro con l'ultima versione di Android 16 e una propria interfaccia utente. Naturalmente c'è preinstallata ogni cosa di Google, ma niente di superfluo. In aggiunta, il produttore garantisce sette anni di aggiornamenti per quanto riguarda il software e la sicurezza. Lo fa già da parecchie generazioni ed è un comportamento assolutamente esemplare.

Inoltre, Google ha aggiunto alcune funzionalità di IA. Puoi anche disattivarle o ignorarle, se preferisci non utilizzarle. Le due più interessanti sono Live Translator e Pixel Studio.

Live Translator: un interprete privato per le conversazioni telefoniche

Se dall'altra parte della linea c'è una persona che non parla la mia lingua, posso attivare una speciale funzione di interpretazione. Devo prima scaricare la lingua di partenza e quella di arrivo come pacchetto dati. In questo modo mi assicuro che le mie conversazioni sensibili restino sul cellulare. Secondo Google, la selezione delle lingue viene costantemente ampliata.

Pixel Studio: la funzione di IA genera persone

Pixel Studio è il generatore di immagini di Google per smartphone. Qui posso generare immagini per biglietti d'invito, presentazioni e molto altro. Posso anche creare adesivi o modificare le mie foto con strumenti di IA. La novità è che ora posso anche creare delle scene con delle persone fornendo un testo di descrizione.

Lo smartphone mi avverte con un pop-up che la funzione è ancora in fase di sviluppo. Ma a me non sembra. Già con il mio primo prompt «Una ragazza con un vestito rosa che salta la corda in un prato» ottengo risultati sorprendentemente buoni. Quando ingrandisco l'immagine con lo zoom, però, noto i tipici errori dell'IA come pupille sfocate e simili.

Ho qualche dubbio sul fatto che Google rispetti i diritti d'autore degli artisti. In particolare, nella versione anime, noto una forte influenza di Ghibli, probabilmente legata ai dati utilizzati. E nella versione da libro per bambini mi sembra forse di riconoscere lo stile di Struwwelpeter (Pierino Porcospino)? Lo schizzo appare piuttosto neutro. Nel complesso, mi sembrano accettabili come fonte di ispirazione e modelli per le proprie opere d'arte.

In breve

Uno smartphone affidabile con pochi punti deboli

Il Google Pixel 10 Pro non è uno smartphone top di gamma, ma si fa apprezzare grazie al suo pacchetto completo. Rappresenta un'evoluzione coerente del modello che l'ha preceduto e offre prestazioni eccellenti per l'uso quotidiano. In compenso, costa 100 franchi/euro in più rispetto al modello precedente. Il che, gradualmente, sta rendendo questo dispositivo troppo costoso per essere un'alternativa conveniente a Samsung e Apple.

I sette anni di aggiornamenti software e di sicurezza garantiti fanno sperare in un uso prolungato nel tempo. Ma mi sentirò più tranquilla a consigliarlo quando il prezzo, come succede sempre, tra un mese o due calerà. Quello sarà il momento giusto per acquistarlo, per tutti coloro che cercano un dispositivo affidabile che garantisca lunga autonomia e foto di qualità. Ci sono gadget IA, ma li puoi disattivare.

Pro

  • Pratiche funzioni di IA come l'interprete in tempo reale
  • Batteria di lunga durata, fino a 20 ore
  • Assistenza prolungata, con sette anni di aggiornamenti software e di sicurezza

Contro

  • Prestazioni scarse nel gaming rispetto alla concorrenza
  • Necessità di miglioramento per quanto riguarda le nuove funzioni di IA
Immagine di copertina: Michelle Brändle

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Nel mio mondo, Super Mario insegue gli Stormtrooper con un unicorno e Harley Quinn mescola cocktail per Eddie e Peter al bar della spiaggia. Ovunque possa dare sfogo alla mia creatività, le mie dita fremono. O forse perché nelle mie vene non scorre altro che cioccolato, brillantini e caffè. 


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