Test del prodotto

MacBook Pro M1 Max: 4 cose che mi hanno colpito dopo 120 minuti

Finalmente, il MacBook Pro M1 Max è sulla mia scrivania. È giunta l'ora per un primo verdetto totalmente soggettivo, tenendo a mente che più avanti ne parlerò ancora.

Sono passati esattamente 126 minuti da quando sono andato a prendere il MacBook Pro con il nuovo processore M1 Max nel negozio di Zurigo. Come utente di MacBook ed editor di video occasionale, dopo il keynote ero su di giri per il modello argento da 16 pollici. Quindi non voglio tenere le prime impressioni solo per me. Però ti ricordo che sono solo prime impressioni. Dopo due ore non posso nemmeno iniziare a fare una recensione approfondita, ma più avanti tornerò con altre informazioni.

Apple MacBook Pro – Late 2021 (16", M1 Max, 32 GB, 1000 GB, CH)
Notebook

Apple MacBook Pro – Late 2021

16", M1 Max, 32 GB, 1000 GB, CH

Quindi ora segue «The hype is real» sotto forma di testo.

Il MacBook Pro è grande e pesante

In realtà, è ovvio che il MacBook Pro con M1 Max è più grande e più pesante del suo predecessore. Ciononostante, quando lo tolgo dall’imballaggio, noto le dimensioni e il peso. Sulla mia bilancia da cucina pesa 2165 grammi. Il predecessore pesa un terzo in meno.

Il MacBook Pro visto da sinistra...
Il MacBook Pro visto da sinistra...
... e da destra.
... e da destra.

La forma mi ricorda lontanamente i MacBook dei tempi in cui esisteva MagSafe. I bordi sono più piatti e il case è più spesso. In generale, il MacBook è un vero e proprio statement rispetto ai suoi predecessori.

Lo spazio è stato usato bene dai produttori dei MacBook. Quando guardo il primo video su YouTube, noto che devono aver preso gli altoparlanti dal nuovo iPad Pro. Per essere un notebook, il suono è una bomba. Quando si alza il volume, bassi, alti e medi si sfumano, anche se il volume diventa talmente alto da essere quasi sgradevole.

Gli altoparlanti grandi diffondono un suono pieno.
Gli altoparlanti grandi diffondono un suono pieno.

A proposito di suono: il connettore jack da 3,5 mm si è spostato. La maggior parte delle cuffie professionali ha il cavo sul padiglione sinistro, quindi sarebbe bello se anche la connessione sul portatile fosse sul lato sinistro. Finora, nei dispositivi Apple era sulla destra e dovevi far passare il cavo dietro allo schermo, in modo da non averlo sulla tastiera mentre lavoravi.

Ora il connettore è a sinistra. Non sembra una grande novità, ma è uno dei dettagli che lascia un'ottima prima impressione.

Il notch è gigante

Il Macbook Pro ha un notch. Capisco chi ha accolto con sarcasmo la controversa decisione di Apple di aggiungere un notch per la webcam nella parte superiore dello schermo. Il notch è già antiquato sugli smartphone – nessuno lo vuole più – e sembra quasi satirico aggiungerlo ai computer portatili come novità e innovazione.

In seguito alla controversia, Shruti Haldea, Product Line Manager dei Mac Pro da Apple, ne ha parlato nel Same Brain Podcast.

È un modo davvero intelligente per dare più spazio ai tuoi contenuti.
Shruti Haldea, Same Brain Podcast

La citazione è presa fuori contesto, ma mostra la distanza dalla realtà che Apple ha nei confronti dei notch in generale. La realtà è questa: i notch non piacciono a nessuno. Meno notch abbiamo nella nostra vita, meglio è.

Però c’è un grande «ma»: se proprio deve esserci un notch, allora quello sul Macbook Pro è il migliore che ci possa essere. Il notch sporge nel display esattamente fino all’estremità della barra dei menu nella parte superiore del sistema operativo macOS. Il contenuto effettivo che usi non viene coperto. Tranne forse un film con l'esatta diagonale dell'immagine in modalità schermo intero. A destra trovi le tue icone e l’ora, a sinistra le voci di menu dell'applicazione attiva. In mezzo c'è un deserto, che ora è riempito dal notch.

In larghezza, almeno.

In altezza, le cose sono diverse: per coincidere, non è il notch che deve adattarsi alla barra dei menu, ma il contrario. Quindi, Apple ha progettato la barra dei menu appositamente più grande.

Affinché il confronto abbia senso in termini di cifre, dobbiamo considerare e normalizzare la risoluzione dello schermo dell'M1 Max e del suo predecessore con l'M1. Ciò significa che su entrambi gli screenshot il simbolo Apple è stato reso della stessa dimensione con Photoshop e sovrapposto. Poi, per una migliore visibilità, ho aggiunto una linea rossa nella parte inferiore della barra dei menu.

La barra dei menu sul modello dell'anno precedente...
La barra dei menu sul modello dell'anno precedente...
... e sull'M1 Max.
... e sull'M1 Max.

In cifre, si presenta così:

  • Altezza della barra dei menu M1: 49 pixel
  • Altezza della barra dei menu M1 Max: 79 pixel

Lo schermo: Mini LED non colpisce, ma i 120 hertz sì

«Se ascolti il marketing, Mini LED è meglio dell'OLED», dice Luca Fontana, esperto di tecnologie di schermi e delle loro recensioni. Quindi, secondo il marketing, Mini LED dovrebbe essere più luminosa, avere più zone di oscuramento locale, produrre migliori livelli di nero e in generale essere migliore di tutto ciò che c’è stato prima.

Questa tecnologia non è nuova, altrimenti Apple probabilmente non l’avrebbe integrata nei MacBook. Ad Apple piace andare sul sicuro prima di lanciare qualcosa: aspetta fino a quando gli altri produttori hanno fatto le loro prime esperienze e il dipartimento di ricerca interno ha dato un'occhiata alla tecnologia. A volte, il colosso di Cupertino aspetta estremamente a lungo. Per esempio, quando si tratta di notch e Mini LED.

Una foto dello schermo durante l'intro di «Blade Runner».
Una foto dello schermo durante l'intro di «Blade Runner».

La prima impressione mi convince. Non vedo nessun effetto blooming, cioè quando anche le zone di oscuramento al di fuori dell'oggetto luminoso sullo schermo vengono illuminate. Il collega Kevin l’ha provato con la spada laser di Darth Vader davanti alla sua veste nera. Lo stesso test con le prime scene del film «Blade Runner» in 4K mostra che funziona.

Lo schermo a 120 hertz mi colpisce. Soprattutto quando scorro o scrivo, tutto sembra più fluido e scorrevole. Mi piace molto. Penso che anche per gli occhi sarà meno faticoso rispetto a un pannello a 60 hertz. Vedremo.

Prima conclusione: bel dispositivo che suscita emozioni e speranze

Mi astengo intenzionalmente dai benchmark. Certo, potrei far partire Geekbench, ma non avrei tempo per altro. L'anno scorso l'ho fatto, anche ora lo sto facendo, ma racconterò come è andata nella prossima recensione.

Geekbench MacBook Pro M1 Max

Devo eseguire un rapido Geekbench?

  • 85%
  • No
    15%

Il concorso è terminato.

Secondo la mia prima impressione, il nuovo MacBook Pro è bello, grande, pesante e veloce. Ho già notato la maggiore potenza del processore dell'M1 Max nell’installazione più veloce delle applicazioni. Ma ciò che mi colpisce di più, è sicuramente lo schermo: ha proprio un bell'aspetto e tutto è molto fluido. Carino.

In termini di look e design, il MacBook Pro M1 Max è come lo immagino. Non quello dell'anno scorso, ma quello del 2013. La forma è retrò e mostra anche che lo spazio era necessario per inserire tutte le porte, il raffreddamento, il system-on-a-chip più grande e quanta più batteria possibile all'interno del case. Questo design non rispecchia l'eleganza semplice, ma dimostra che Apple rispetta il principio «la forma segue la funzione».

Per finire in bellezza: dopo 120 minuti di test, ho già dimenticato l'esistenza del notch, anche se mi infastidisce non appena lo noto coscientemente.

A 191 persone piace questo articolo


User Avatar
User Avatar

Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.

Potrebbero interessarti anche questi articoli

  • Test del prodotto

    MacBook Air M4 alla prova: il portatile perfetto per le masse

    di Samuel Buchmann

  • Test del prodotto

    MacBook Pro con M4 alla prova: un vero fuoriclasse

    di Samuel Buchmann

  • Test del prodotto

    MacBook Air M3 alla prova: sarebbe ora, Apple

    di Samuel Buchmann

113 commenti

Avatar
later