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Ramon Schneider
Retroscena

Miniatur Wunderland: quanta diversità c'è nel plastico in scala più grande del mondo

Ramon Schneider
8/8/2025
Traduzione: Leandra Amato
Immagini: Patrick Vogt

Il Miniatur Wunderland di Amburgo colpisce per la precisione dei dettagli e la messa in scena che crea un'ottima illusione. Ma il mondo in scala 1:87 non mostra solo ciò che è, ma anche ciò che manca. Una ricerca di indizi tra piste ciclabili, bandiere arcobaleno e realtà.

A quattro anni ho avuto il mio primo modellino di auto, con il quale ho viaggiato per ore nel mio mondo di fantasia: sopra i libri, sotto le sedie, davanti alle figure Playmobil e alle case Lego che mi costruivo. Ora, a distanza di decenni, mi trovo di fronte alla versione in miniatura di Monaco e alla stessa sensazione di stupore e gioia infantile. La voglia di guardare più da vicino, ma questa volta con occhio critico.

Breve e conciso: due nuovi mondi

Ma quanta realtà mostra davvero questo mondo in miniatura? Ho attraversato la mostra con una prospettiva diversa: chi è visibile e chi no? Ci sono persone con disabilità? Coppie queer? Varie etnie? Scene che non mostrano solo idilli, ma anche tensioni sociali o politiche?

Cercasi: diversità e parità

Ho cercato e di tanto in tanto ho scoperto qualcosa: una persona in sedia a rotelle su un ponte con le scale. Una bandiera arcobaleno su un balcone. Uno striscione di protesta per salvare i ghiacciai. Ma confrontate con le dimensioni e la diversità del mondo in miniatura, queste scene rimangono rare. Il mondo è colorato, ma vistosamente standardizzato.

Niklas Weissleder, portavoce di Miniatur Wunderland, spiega: «Cerchiamo di rappresentare tutte le persone. Ma spesso siamo limitati dalla gamma di figure disponibili». Alcuni personaggi sono stati creati dal team stesso, ma molti sono tratti da produzioni in serie. Gli argomenti presentati non vengono decisi in base a un piano, ma si sviluppano nel tempo, partendo da una regione che viene ampliata passo dopo passo.

Aspirazione e realtà

Lo sviluppo è chiaramente visibile. Le aree più recenti, come Monaco o Rio, appaiono più elaborate, dettagliate e audaci rispetto a quelle più vecchie, come la Svizzera o la cittadina fittizia di Knuffingen. A quanto pare, anche la nostra visione del mondo è cambiata. Tuttavia, questo non crea un vero riflesso della realtà sociale o lo fa solo in parte.

Proprio perché viene mostrato molto, le lacune sono ancora più evidenti. Tra decine di migliaia di figure, centinaia di treni e innumerevoli dettagli, sembra quasi assurdo che raramente si vedano persone con disabilità, o coppie queer, o persone di colore. Oppure scene che ritraggono la povertà o i conflitti sociali.

Temi sociali in una stanza separata

Mi chiedo: se il modello mostra così tanta realtà, perché non anche questa?

Tra progresso e vetrina di figure

La volontà di cambiare si sente. Anche se molte dichiarazioni del team stampa rimangono generiche, è chiaro che la diversità è auspicata. Ma il percorso per raggiungere questo obiettivo è arduo, frammentato e spesso limitato dalle risorse disponibili e dalla fattibilità.

Forse è proprio questo il nocciolo della questione. Chi costruisce i modelli decide cosa è visibile e cosa no. Non si tratta di politicizzare il Miniatur Wunderland, ma di mostrare di più il mondo che tutti conosciamo, con tutto ciò c'è dentro.

Conclusione: un grande mondo con piccole lacune

Miniatur Wunderland non è un museo politico. L'obiettivo è quello di ispirare, stupire e risvegliare ricordi d'infanzia. E ci riesce. Ma proprio perché questo mondo è progettato con tanta precisione, amore e attenzione ai dettagli, le lacune risaltano ancora di più. In un mondo che mostra quasi tutto: perché non includere coloro che sono spesso trascurati?

Forse serve semplicemente un'altra visione in scala 1:87. Una domanda da portare via: se dovessi costruire il tuo mondo in miniatura, chi sarebbe visibile?

Immagine di copertina: Ramon Schneider

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