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Recensione

«The Last of Us Parte II Remastered»: l’upgrade a pagamento per PS5 merita davvero?

Domagoj Belancic
16/1/2024
Traduzione: Martina Russo

L’aggiornamento a pagamento per PS5 di «The Last of Us Parte II», titolo di successo per PS4, contiene interessanti contenuti aggiuntivi. A livello grafico non ci sono grandi cambiamenti.

«The Last of Us Parte II» è uno dei migliori giochi di tutti i tempi. Alla sua uscita nel 2020, questa brutale storia di vendetta ha subito conquistato tutti con il suo storytelling coinvolgente, il gameplay spietato e una presentazione spettacolare. Con il remaster, il gioco si libera dalle catene dell’hardware obsoleto della PS4 e mostra quello di cui è capace sulla PS5. Almeno teoricamente.

A differenza di molti altri upgrade da PS4 a PS5, «The Last of Us Parte II Remastered» non è un aggiornamento gratuito. Oltre a un leggero miglioramento nella grafica e nelle prestazioni, lo studio di sviluppo Naughty Dog giustifica il sovrapprezzo con nuovi contenuti e una modalità roguelike. Ma siamo sicuri che abbiano calcolato bene?

Un capolavoro che si difende ancora molto bene

Anche una volta finiti gli intermezzi, il gioco mi tiene incollato al controller. Nella «Parte II» quelli di Naughty Dog hanno ulteriormente perfezionato il loro gameplay stealth infarcito di azione. Ed è un sacco divertente cercare le risorse nei vari livelli e uccidere i disgustosi e mostruosi clicker con armi fai-da-te. I combattimenti contro gli avversari umani restano ancora sgradevolmente brutali. Un vero spettacolo.

Grafica migliorata di poco, prestazioni nettamente superiori

Secondo la Naughty Dog, l’aggiornamento per PS5 offre texture a più alta risoluzione, maggiori dettagli a distanza, ombre più definite e animazioni più fluide. Ma a livello pratico mi accorgo poco di tutto questo. Devo proprio andare a scovare le differenze con la lente d’ingrandimento. Certo, la grafica è assolutamente straordinaria. Ma lo era già anche sulla PS4.

La differenza a livello di prestazioni, invece, è molto più evidente. Posso scegliere tra le modalità Fidelity e Performance. La prima funziona in 4K con 30 fotogrammi al secondo e la seconda in 1440p con 60 fotogrammi al secondo. In entrambe le modalità si notano chiaramente differenze di qualità e nitidezza delle immagini rispetto alla versione per PS4.

Sta tutto nella nuova modalità roguelike

La principale novità è la modalità di gioco «Senza Ritorno». In questa modalità roguelike separata devo farmi strada tra sei diversi livelli casuali. Alla fine di ogni round mi aspetta un boss terrificante. Se muoio in un livello, perdo tutti gli upgrade e le armi e devo ricominciare da capo.

A ogni round posso scegliere tra un totale di dieci personaggi sbloccabili. Oltre a Ellie e Abby, ho a disposizione anche altri personaggi dell’universo di «The Last of Us». E (un balsamo per la mia anima di fan traumatizzato!) posso anche giocare come Joel.

Ogni personaggio ha abilità esclusive ed è specializzato in un diverso tipo di arma. Lo stile di gioco di Abby è quello che ho preferito. Con il fisico prestante che si ritrova, eccelle nei combattimenti corpo a corpo e recupera le forze tirando cazzotti.

Il livello, le regole e gli avversari sono selezionati in modo casuale per ogni round. A volte devo annientare tutti i membri assassini della setta nella «modalità Assalto», oppure devo riuscire a sopravvivere per un certo periodo di tempo all’assalto degli zombie creati dal malefico fungo nella «modalità Caccia». Mano a mano, sblocco nuove modalità, sempre più complesse.

Tutte le modalità sono estremamente stressanti. Sono perennemente alla ricerca di risorse che mi aiutino a durare qualche secondo in più. In molti livelli riesco a sopravvivere solo per miracolo. Ho sempre il cuore a mille, le mani sudate e gli occhi incollati sull’orologio che ticchetta. «Senza Ritorno» non è per i deboli di cuore!

Tra un livello e l’altro mi rifugio nel mio nascondiglio. Qui posso comprare nuove armi, migliorare le mie abilità o installare mod per le armi. Meglio padroneggio un livello, più punti di upgrade ottengo. In alcune missioni aggiuntive nei livelli guadagno punti di upgrade extra o addirittura delle armi rare. Queste mini-missioni sono sempre associate a una certa dose di rischio e mi costringono a uscire dalla mia comfort zone e a testare nuove meccaniche di gioco.

Ti servono circa dieci ore di gioco per sbloccare tutti i livelli, le mod e i personaggi di «Senza Ritorno». Se aggiungi le sfide giornaliere e le classifiche globali hai anche un motivo per giocare ancora più a lungo. Mi ci sono volute circa sette ore prima di averne abbastanza di quello spettacolo sanguinario e testare qualcun altro dei contenuti aggiuntivi.

Uno sguardo avvincente dietro le quinte

Trovo altre impressioni dietro le quinte nei nuovi commenti audio. Durante gli intermezzi Neil Druckmann, Ashley Johnson (Ellie), Troy Baker (Joel) e Laura Bailey (Abby), tra gli altri, mi raccontano come funzionavano le cose sul set. Scopro come si svolgono le scene di bacio in una tuta per il motion-capture, quali modifiche dell’ultimo minuto sono state apportate alla sceneggiatura e su quali dialoghi hanno litigato attrici e attori con i sceneggiatori.

Sia i livelli perduti che i commenti audio sono un fantastico modo per scoprire cosa succede dietro le quinte di una grande produzione di videogiochi AAA. Per quanto mi riguarda, avrei gradito un paio di esempi in più dei livelli.

Cos’altro c’è di nuovo?

Il pacchetto remaster è completato da alcuni simpatici gadget, come la modalità «Chitarra libera» nella quale, all’interno del gioco principale, posso giocare al minigioco delle chitarre con strumenti, effetti e personaggi diversi.

I fan delle competizioni apprezzeranno la modalità Speedrun, che ti permette di giocare tutto il tempo o solo per alcune parti del gioco usando un timer. Il mio tempo viene registrato in classifiche globali. Anche le nuove skin portano una ventata di aria fresca nel gioco principale. Si va da normali capi di abbigliamento, come le T-shirt con i loghi del gioco, fino ad abiti assurdi come una tuta spaziale.

Conclusione: rimasterizzazione riuscita, ma tecnicamente non indispensabile

«The Last of Us Parte II Remastered» vale i 10 franchi o euro in più? Sì. Ma non per gli aggiornamenti grafici, che nell’insieme risultano limitati. Ciò che vale davvero la pena citare sono le nuove opzioni di performance, che appaiono eccellenti, soprattutto nei televisori che supportano il VRR.

Molto più interessante è la nuova modalità roguelike «Senza Ritorno». Perché qui il raffinato gameplay d’azione-stealth dà il suo meglio e rende il gioco divertente, nonostante manchi del tutto la trama. Per i grandi fan di «The Last of Us», i nuovi commenti audio e i livelli scartati sono una vera miniera d’oro di interessanti informazioni di background.

Se non hai mai giocato a «The Last of Us Parte II», devi assolutamente prendere la versione rimasterizzata. È la migliore versione di uno dei migliori giochi di tutti i tempi. Se hai già la versione per PS4, l’upgrade vale la pena se trovi interessanti le nuove modalità di gioco e i contenuti aggiuntivi. O se ti interessa giocare con la migliore qualità possibile.

«The Last of Us Parte II Remastered» è disponibile per PS5 a partire dal 19 gennaio. Il gioco mi è stato fornito da Sony a scopo di test.

Immagine di copertina: Naughty Dog

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Il mio amore per i videogiochi si è svegliato alla tenera età di cinque anni con il Gameboy originale ed è cresciuto a dismisura nel corso degli anni.


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