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Falcom
Retroscena

«The Legend of Heroes»: la storia più lunga del gaming

Rainer Etzweiler
15/9/2025
Traduzione: Nerea Buttacavoli

21 anni, 13 giochi, una storia: una serie di giochi di ruolo giapponesi fa segretamente la storia del gaming.

Videogiochi e storie prolisse: nomina un duo più iconico. «Dark Souls» nasconde la sua storia nelle descrizioni degli oggetti e nelle biografie dei nemici, «The Elder Scrolls» ha libri che nessuno legge (a parte «The Lusty Aragonien Maid», che è un classico) e «Warcraft» ha un'enciclopedia più completa della pagina Wikipedia del Liechtenstein. Ma tutti questi giochi raccontano le loro storie in modo frammentario o sono così poco collegate da risultare irrilevanti.

Tuttavia, non è così in tutti i casi. Lontano dai riflettori, la più lunga narrazione ininterrotta nei videogiochi è stata creata nell'arco di 20 anni. Una serie che dimostra che i videogiochi non solo possono raccontare storie come i libri o i film, ma a volte possono farlo anche meglio e, soprattutto, in modo più personale.

La serie si chiama «The Legend of Heroes» ed è uno dei progetti narrativi più ambiziosi della cultura pop.

Killer di draghi e caos di numeri

Prima di tuffarci nelle epiche profondità della moderna saga di «Trails», una breve lezione di storia: all'inizio degli anni '80, quando le acconciature erano voluminose e le spalline ancora di più, l'azienda giapponese di giochi Nihon Falcom lanciò la sua prima hit

«Dragon Slayer». «Dragon Slayer» è stato un cofondatore del genere RPG d'azione ed è quindi il nonno di «Diablo», «Path of Exile» e di tutti gli altri giochi «solo un altro livello, poi stacco».

Non c'è «Diablo» senza «Dragon Slayer».
Non c'è «Diablo» senza «Dragon Slayer».
Fonte: Nihon Falcom

Nel 1992, Nihon Falcom ha pubblicato sei sequel, tra cui lo spin-off «Dragon Slayer: The Legend of Heroes». Questo gioco si allontana dalle sue radici di RPG d'azione e si concentra invece su un gameplay a turni e incentrato sulla storia.

La successiva trilogia di «Gagharv» – composta da «The White Witch», «Tear of Vermillion» e «Song of the Ocean» – ha gettato le basi per ciò che sarebbe venuto: storie coerenti in un mondo meticolosamente dettagliato.

Tutti gli inizi sono difficili: la trilogia di «Gagharv» non aveva ancora preso piede.
Tutti gli inizi sono difficili: la trilogia di «Gagharv» non aveva ancora preso piede.
Fonte: Rainer Etzweiler

Tuttavia, i gamer occidentali non se ne sono accorti subito perché l'editore Bandai ha sballato la cronologia. «The Legend of Heroes III» è uscito prima di «The Legend of Heroes II» perché... beh, perché gli anni '90 erano selvaggi e a quanto pare nessuno sapeva cosa significasse continuità.

Ma, comunque, non ci siamo persi molto. La prima trilogia è solo nella media e, a parte il nome, ha poco o nulla a che fare con i release successivi.

Inizia una saga

Poi, il nuovo inizio nel 2004: «The Legend of Heroes VI: Trails in the Sky» ha inaugurato l'era della serie «Trails» (il VI è stato poi cancellato perché nessuno riusciva più a starci dietro). «Trails in the Sky» racconta la storia di Estelle Bright e di suo fratello adottivo Joshua, che si recano in pellegrinaggio per addestrarsi come Bracer, una sorta di mercenari.

Estelle e Joshua sono alcuni dei personaggi JRPG più amabili di sempre.
Estelle e Joshua sono alcuni dei personaggi JRPG più amabili di sempre.
Fonte: Nihon Falcom

Il gioco abbandona questi modesti percorsi di trama dopo poche ore. Mentre le avventure di Estelle e Joshua rimangono al centro dell'attenzione, la costruzione del mondo riceve almeno altrettanta attenzione. Il continente di Zemuria non è un generico mondo fantasy con tre regni e un impero malefico.

Ci sono economie funzionanti, intrighi politici che si estendono su più giochi, progressi tecnologici che cambiano la società e differenze culturali tra le regioni che hanno davvero senso. Zemuria vive e respira.

E tu sei proprio al centro.

Una questione di personaggi

I personaggi ricevono altrettanto amore. I protagonisti e i loro amici hanno paure, umori e motivazioni comprensibili. Estelle non è la tipica eroina «voglio salvare il mondo», ma un tomboy con delle stranezze. Suo fratello Joshua ha un complesso di Elettra non superato e segreti che vengono svelati del tutto solo dopo diverse decine di ore di gioco.

Lloyd Bannings, invece, l'alter ego in due dei sequel, è un poliziotto che lavora davvero e si occupa dei problemi grandi e piccoli della sua città.

Lloyd e i suoi amici indagano.
Lloyd e i suoi amici indagano.
Fonte: Nihon Falcom

Questi sono portati da PNG altrettanto ben scritti. Quasi tutti hanno una loro piccola storia che rappresenta la base per le quest secondarie, che costituiscono circa un terzo del tempo di gioco, sono spesso a più livelli e ampliano la trama principale con informazioni aggiuntive.

Chi non ha una missione per te ha almeno qualcosa di interessante da raccontare, e ciò che colpisce particolarmente è la reattività del mondo di «The Legend of Heroes». Dopo eventi importanti della storia, quasi tutti i PNG ricevono nuovi dialoghi che si riferiscono a ciò che sta accadendo.

Altri giochi: «Il palazzo è stato attaccato»
PNG: «Oggi c'è bel tempo»
Trails: «Il palazzo è stato attaccato»
PNG: «Oddio, mia cugina lavora lì, spero stia bene!».

Una questione di tempo

Il fatto che «The Legend of Heroes» funzioni su così tanti livelli è in gran parte merito dell'eccellente localizzazione. Le conversazioni sembrano vere e proprie conversazioni e gli approfondimenti sulla storia rimangono coinvolgenti, anche se spesso si dilungano un po' troppo.

In ogni caso, hai bisogno di molto tempo. La serie è suddivisa in diversi archi: «Trails in the Sky» (3 giochi), «Zero/Azure» (2 giochi), «Cold Steel» (4 giochi), «Reverie» (1 gioco) e attualmente «Daybreak» (3 giochi previsti). Ogni arco racconta una storia a sé stante, ma è direttamente collegato l'uno all'altro.

Sommando il tempo medio di gioco di tutti i titoli secondo il database howlongtobeat.com, si ottiene un totale di oltre 800 ore.

«Legend of Heroes» è quindi più di un semplice JRPG: è una saga nello stile di «A Song of Ice and Fire» di George R.R. Martin (tranne per il fatto che Falcom pubblica davvero giochi invece di parlare di baseball nei blog).

Ci vuole un investimento, ma ripaga. Più giochi della serie giochi, maggiore è la ricompensa emotiva. I personaggi che abbiamo conosciuto da bambini in «Trails in the Sky» appaiono da adulti in «Trails of Cold Steel» e i temi che prima venivano toccati di sfuggita diventano punti centrali della trama.

Una dichiarazione d'amore ai gamer pazienti

La serie «Legend of Heroes» è un affascinante pezzo unico: una serie di JRPG di nicchia che osa richiedere ai suoi giocatori un impegno di tempo che di solito è riservato solo ai giochi online.

È per tutti? Decisamente no. È perfetto? Nemmeno per sbaglio. I dialoghi possono risultare noiosi, le stronzate da anime delle uscite successive danno regolarmente sui nervi e, se vuoi vedere la storia completa, hai bisogno di una vacanza di dodici settimane.

Ma se dopo questa effusione pensi «È proprio quello che fa per me», allora Nihon Falcom ti serve l'introduzione perfetta con il remake di «Trails in the Sky» il 19 settembre 2025. Qui potrai vivere la prima avventura di Estelle e Joshua con la tecnologia moderna e un gameplay contemporaneo.

Quest'ultimo in particolare, infatti, rappresentava un'ulteriore soglia di inibizione per molte persone interessate. Per quanto grande ed epica sia la storia di «Legend of Heroes», i suoi inizi sono sepolti sotto un gameplay un po' antiquato. Puoi scoprire da solo se ti piace la versione rivista del remake.

Una generosa demo ti aspetta negli store online di Playstation, Nintendo e Steam, dove potrai goderti una microdose di Zemuria di circa dieci ore. E con queste non raschi nemmeno la superficie. A proposito, i tuoi progressi li ritrovi nella versione completa, se la acquisti (spoiler: sono abbastanza sicuro che lo farai).

«The Legend of Heroes» non è solo una serie di giochi. È l'esperimento narrativo più ambizioso nella storia dei giochi single player – e non è ancora finito. Non dire che non ti avevo avvertito.


Nota del redattore: la definizione «storia più lunga del gaming» è discutibile. «The Legend of Zelda» ha una timeline ufficiale che risale agli anni '80, anche la storia di «Street Fighter» ha più di 30 anni e la narrazione di «World of Warcraft», per essere precisi, è iniziata nel 1994 con «Warcraft: Orcs & Humans».

Ciò che distingue «The Legend of Heroes» da questi franchise di lunga data, tuttavia, è la narrazione continua e coerente, senza interruzioni o nuovi inizi. Ogni nuovo gioco si basa direttamente sugli eventi dei suoi predecessori, come i capitoli di un gigantesco romanzo. Questa continuità ininterrotta per oltre 20 anni rende la serie unica nel panorama dei giochi.

Probabilmente sarebbe più corretto definirla «La serie di JRPG con la più lunga narrazione continua e ininterrotta senza nuovi inizi, reboot o interruzioni narrative nella storia dei videogiochi». Però, lo ammetto, è molto meno catchy.

Immagine di copertina: Falcom

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Nei primi anni ’90, mio fratello maggiore mi lasciò in eredità il suo NES con «The Legend of Zelda», dando inizio a un’ossessione che continua ancora oggi.


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