Strani prodotti che non pensavi potessi desiderare più che mai
I seguenti oggetti design che ho scovato al Salone del Mobile 2024 sono più strani che mai, ma è proprio questo a renderli così interessanti ai miei occhi.
Sgabelli con un piercing, mensole con una colata di vetro ripiegata e lampade composte da una pila di chiavi inglesi: molti degli oggetti che hanno debuttato settimana scorsa al Salone del Mobile di Milano, hanno attirato la mia attenzione soprattutto per il loro aspetto insolito. Sembrano fatti per il mondo weirdcore. Eppure, sono riusciti a innescare in me quell'irrefrenabile desiderio, perché riescono a rendere più divertente anche l'oggetto più banale. Inoltre, anche se possono sembrare buffi, nascono sempre da una riflessione seria. Provare per credere.
Mobili con un piercing
Molte persone decorano il proprio corpo con dei piercing. Gregor Jahner, invece, ha deciso di farlo con i suoi mobili. La gamba del «Pierced Stool», presentato alla mostra Alcova, porta un sottile anello argentato che ricorda proprio un percing. Jahner vuole farci mettere in discussione ciò che vediamo come oggetto decorativo o funzionale. Così come i piercing vengono indossati per varie ragioni, tra cui quelle culturali, estetiche e religiose, questo sgabello vuole trasmettere un messaggio: «Il ‹Pierced Stool› è un omaggio alla celebrazione queer», spiega Jahner. «Come designer e artista queer, il mio obiettivo è quello di celebrare l'individualità e alimentare gioia nel design».
Morbido fuori, ma duro dentro
La sienite è una roccia magmatica, composta principalmente da minerali quali feldspato, quarzo e mica. Spesso la trovi sotto forma di ciottoli sui sentieri. Difficilmente la trovi sotto forma di vaso in una galleria d'arte, tranne forse durante il Salone del Mobile. Nelle sale della galleria di Rossana Orlandi, infatti, erano esposti diversi accessori e mobili in sienite, o almeno così credevo. Toccando gli oggetti, ho capito subito che c'era qualcosa che non quadrava: l'architetto italiano Alessandro Ciffo ha creato degli oggetti intitolati «La Bursch» che sembrano fatti di sienite ma che in realtà sono stati realizzati con il silicone di scarto del suo laboratorio. L'obiettivo era creare un'illusione ottica e onorare lo stile architettonico «La Bursch» di Biella, sua città natale. E ci è riuscito.
Gioco di contrasti
Nella galleria di Rossana Orlandi è stato esposto anche il progetto «Sul Trespolo» (dal latino tripes-pĕdis – treppiede) di Secondome e Studio Effe. Tra queste, la collezione di mensole «Claude», che combina delle basi in noce canaletto con una colata di vetro di Murano soffiato a mano. È un progetto di Duccio Maria Gambi che ama sperimentare con i contrasti.
Fonte: Pia Seidel
Mobili scenografici
Per la mostra collettiva «Origen» presso la Unno Gallery nella zona di Brera, Mark Grattan ha progettato una scrivania, un armadio a muro e una cassettiera. A prima vista, sembrano normali mobili da ufficio color cioccolato, ma uno sguardo più attento rivela la loro base svasata. Ricorda un sipario che si apre sul palcoscenico e dà un tocco surreale a questi oggetti funzionali.
Fonte: Pia Seidel
Da mordere
Al Salone Satellite, Roosa Ryhänen ha presentato una collezione composta da quattro mobili particolari, ma il più bizzarro era il «Churro Stool». Il nome deriva dalle tipiche frittelle spagnole dalla forma allungata e con sezione trasversale a stella, che è stato il punto di partenza per il design di questo sgabello. «Le silhouette morbide mi attraggano più che mai ora che il mondo mi sembra così ingiusto e crudele», spiega Ryhänen. La designer finlandese si apre a forme imperfette e casuali nel suo processo di produzione. Tutti i suoi pezzi si basano quindi sul principio di design «Form Follows Intuition» (la forma segue l'intuizione).
Fonte: Pia Seidel
Da sciogliersi
Ting Hsuan Chang ha presentato le sue candele nella mostra collettiva «Undertone» nel quartiere Isola. Hai l'impressione che siano già state bruciate, anche se lo stoppino è ancora intatto. La designer vuole «sfumare i confini tra l'inanimato e l'animato», come dice lei stessa. Per ottenere l'aspetto di una candela sciolta, vengono scaldate e rimodellate più volte. Per Ting Hsuan Chang sono quindi anche «oggetti che racchiudono i segni del tempo».
Fonte: Pia Seidel
Immagine distorta
In occasione della Milano Design Week, l'artista Andrés Reisinger ha creato un'installazione chiamata «Chairs For Meditation» nell'atrio del Nilufar Depot. Si tratta di un enorme mosaico e di 12 sedie (Chairs For Meditation), che invitano il pubblico a meditare. L'oggetto di design che mi ha sorpreso di più mi sembrava quasi un rendering in 3D. Forse perché si tratta di una sedia che rinuncia alle classiche gambe. Ma forse anche per la forma così fluida di questa poltroncina imbottita, senza nette distinzioni tra seduta e braccioli. In ogni caso, non desideravo altro che dondolarmi su di essa e lasciare vagare la mente.
Fonte: Pia Seidel
Una nuova sensazione spaziale
Nella mostra collettiva «Korean Craft Show In Milan 2024 – Thoughts on Thickness», mi ha colpita soprattutto l'opera di Yongkyoung Kim. Si tratta di diversi oggetti murali semitrasparenti che proiettano emozionanti giochi d'ombra sulle pareti. Kim vuole trasmettere una sensazione unica con la cavità chiusa e trasparente.
Fonte: Pia Seidel
La chiave del mobile
L'artista Iyo Hasegawa si ispira ai materiali e alle possibilità di design che offrono. Di recente, ha sperimentato con delle comuni chiavi inglesi per trasformarle in qualcosa di straordinario: tavoli e lampade. «Mi piaceva la forma delle chiavi a doppia testa, oltre al cambio di prospettiva», spiega Hasegawa. Ripetuto in serie, un semplice attrezzo normalmente utilizzato per l'assemblaggio può trasformarsi anche in un mobile.
Fonte: Pia Seidel
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