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Retroscena

È tutta questione di colore: dall'inquinamento luminoso alla fototerapia

Anna Sandner
27/2/2023
Traduzione: Sanela Dragulovic

Non tutta la luce è uguale. Lo spettro della luce è decisivo per l'effetto che ha su noi esseri umani: mentre la luce blu controlla il nostro ritmo sonno-veglia, la luce rossa ha, tra gli altri, un effetto positivo sulla guarigione delle ferite. Dove, nella vita di tutti i giorni, incontriamo troppa luce e dove o quando troppo poca?

Quando e quanto?

La luce blu regola il ciclo sonno-veglia

L'orologio biologico mantiene il corpo in un ciclo regolare di 24 ore. Questo cosiddetto ritmo circadiano – dal latino «circa» e «dies» (giorno) – è controllato centralmente dal nucleo soprachiasmatico (SCN) nell'ipotalamo. Quest'area del cervello è responsabile della sincronizzazione degli orologi biologici del corpo con il ciclo luce-buio di 24 ore [1].

Segnali sbagliati per l'orologio interno

Ogni orologio ha un ritmo diverso

Questo ha dimostrato che i soggetti hanno reagito in modo estremamente diverso a diverse intensità luminose: per alcuni sono bastati appena sei lux (cioè l'intensità luminosa di alcune candele) per dimezzare la produzione di melatonina. In altri soggetti, invece, sono stati necessari 350 lux per dimezzare il livello di melatonina, il che corrisponde all'incirca a un'illuminazione interna intensa [6].

L'inquinamento luminoso manda fuori ritmo interi ecosistemi

Tuttavia, non è solo per gli esseri umani che «troppo al momento sbagliato» ha conseguenze negative. I ritmi naturali di animali e piante che regolano i loro orologi interni in base alla luce sono sempre più disturbati [2]. Nel 2021, in uno studio di revisione, i ricercatori hanno dimostrato che, influenzando i ritmi circadiani nel mondo animale, si possono sconvolgere interi ecosistemi.

Jet lag: quando il corpo è ancora nel vecchio fuso orario

La luce rossa ha un effetto antinfiammatorio

La radiazione infrarossa riscalda e può alleviare la tensione muscolare

La luce ultravioletta stimola la produzione di vitamina D

Le radiazioni con lunghezze d'onda più corte di 100-400 nm, la luce ultravioletta (UV), sono importanti per la produzione di vitamina D, in questo caso né la luce blu né quella rossa sono utili. Le radiazioni UV si dividono in tre gruppi: UV-A (320-400 nm); UV-B (280-320 nm) e UV-C (100-280 nm). Lo strato di ozono nella stratosfera assorbe la componente UV-C della luce solare, in modo che gli UV-C non raggiungano la superficie terrestre.

A proposito, usare il solarium per aumentare i livelli di vitamina D non è una buona idea. Sebbene vengano irradiati raggi UV, la componente UV-B viene solitamente mantenuta molto bassa, in quanto può portare più rapidamente a scottature. In questo articolo trovi maggiori informazioni sulle radiazioni UV e sui comportamenti da tenere per proteggersi dal sole.

Fonti:

[1] Wirz-Justice, A., Skene, D. J., & Cajochen, C.S (2018). Effects of Light on Human Circadian Rhythms, Sleep and Mood. Somnologie - Schlafforschung und Schlafmedizin, 22(Suppl 2), 5-9.

[2] Sanders, D., Fröhlich, K., Kolláth, Z., Light Pollution, M., & Ecological Consequences, W. G. (2021). A meta-analysis of biological impacts of artificial light at night. Nature Ecology & Evolution, 5(11), 1363-1371. https://doi.org/10.1038/s41559-020-01322-x

[3] Sánchez de Miguel, A., Bennie, J., Rosenfeld, E., Dzurjak, S., & Gaston, K. J. (2021). Environmental risks from artificial nighttime lighting widespread and increasing across Europe. Science Advances, 7(19), eabl6891. https://doi.org/10.1126/sciadv.abl6891

[4] Waterhouse, J., Reilly, T., Atkinson, G., Edwards, B., & Jet Lag Advisory Group. (2007). Jet lag: trends and coping strategies. The Lancet, 369(9567), 1117-1129. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(07)60529-7

[5] Sharma, S. K., Kharkwal, G. B., & Sajo, M. E. (2017). Red Light Phototherapy in Tissue Repair of Low-Level Laser Therapy. International Journal of Molecular Sciences, 18(6), 1255.

[6] Phillips, A. J. K., Vidafar, P., Burns, A. C., McGlashan, E. M., Anderson, C., Rajaratnam, S. M. W., & Lockley, S. W. (2019). High sensitivity and interindividual variability in the response of the human circadian system to evening light. Proceedings of the National Academy of Sciences, 116(28), 13774-13779. https://doi.org/10.1073/pnas.1901824116

Immagine di copertina: Todd Cravens/Unsplash

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Redattrice scientifica e biologa. Amo gli animali e sono affascinata dalle piante, dalle loro capacità e da tutto ciò che si può fare con loro. Ecco perché il mio posto preferito è sempre all'aperto, in mezzo alla natura, preferibilmente nel mio giardino selvaggio. 


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Curiosità dal mondo dei prodotti, uno sguardo dietro le quinte dei produttori e ritratti di persone interessanti.

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