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Opinione

«Elden Ring» dimostra che la formula Ubisoft è superata

Philipp Rüegg
17/3/2022
Traduzione: Leandra Amato

«Elden Ring» ha già venduto 12 milioni di copie. Una chiara indicazione che i giochi senza aiuti per i gamer sono adatti anche alle masse. Altri sviluppatori dovrebbero prendere esempio.

«Elden Ring» si fida di te

Ciò che rende «Elden Ring» eccezionale, tuttavia, non è il livello di difficoltà, ma il mondo da scoprire. E qui si pone enfasi su «scoprire». Per anni ho criticato i giochi open-world come Assassin's Creed per aver ingombrato il mondo, o meglio la mappa, con compiti e icone. Ci sono innumerevoli segreti da scoprire anche in «Elden Ring». Ma la maggior parte non li ho scoperti nemmeno dopo più di 70 ore di gioco – e questo è positivo.

La mancanza di aiuti rallenta il gioco, ma rende il mondo più misterioso e segreto. Senza una minimappa che ti mostra quali erbe puoi raccogliere o dove si trova la prossima grotta, diventi più consapevole di ciò che ti circonda. Non ho mai avuto problemi a trovare la strada. Trovavo ciecamente la mia strada dall'area iniziale di Limgrave all'infernale Caelid perché, a parte alcuni dungeon riciclati, il paesaggio è unico.

Spero ardentemente che altri sviluppatori imparino qualcosa da «Elden Ring». Certo, non tutti i giochi devono essere estenuanti come quelli di From Software. Ma proprio come mia madre, ad un certo punto della mia vita, non ha dovuto accompagnarmi a scuola tenendomi per mano, anche gli studi di videogiochi dovrebbero avere più fiducia nel fatto che noi gamer troveremo la nostra strada.

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


Opinione

Questa è un'opinione soggettiva della redazione. Non riflette necessariamente quella dell'azienda.

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