Retroscena

Smartphone in piscina: questione controversa e pericolo sottovalutato

Michael Restin
24/6/2025
Traduzione: Sanela Dragulovic
Immagini: Michael Restin

Gli smartphone sono comuni nelle piscine come la crema solare e il gelato. Questo può essere spiacevole perché ci sono telecamere dappertutto e può diventare rapidamente pericoloso se i genitori violano il loro dovere di supervisione.

Se negli ultimi anni hai trascorso del tempo tra scivoli a forma di rana, fontane d'acqua e secchi di plastica semisommersi, ne avrai viste di cose e avrai notato come le persone si dividono principalmente in due gruppi. Da un lato, ci sono i genitori che tengono per mano il proprio figlio e lo accompagnano dappertutto. Dall'altro ci sono quelli che si siedono un po' in disparte e guardano lo schermo dello smartphone quasi più della piscina.

Si avvicinano, caso mai, solo per fare fotografie e filmati. Questo non è un problema solo per le persone che si sentono disturbate nella loro privacy, bensì anche per gli addetti alla piscina che devono intervenire in caso di dubbi e gestire discussioni spiacevoli (disponibile in tedesco).

Ulteriore stress, ulteriore distrazione

Situazioni del genere creano ulteriore stress per il personale e lo distraggono dal suo compito più importante: garantire la sicurezza dentro e fuori dall'acqua. In piscina ci si può divertire anche senza avere in mano gli onnipresenti schermi e molti adulti sottovalutano il pericolo che i bambini piccoli corrono in acqua. Solo l'8% degli uomini e il 22% delle donne sono consapevoli che i bambini piccoli possono annegare silenziosamente e rapidamente. Anche in acque profonde pochi centimetri. A volte basta inciampare perché la situazione diventi pericolosa.

«La testa pesante tira automaticamente un bambino piccolo in avanti e verso il basso», si legge in un articolo della Società Svizzera di Salvataggio, SSS e indica il cellulare come potenziale fonte di pericolo: «Tenga sempre il suo bambino sotto controllo e non si faccia distrarre dallo smartphone o dalle conversazioni». È importante ripeterlo, anche se sembra evidente. L'annegamento è la seconda causa di morte accidentale nei bambini.

Sempre distratti dallo smartphone: anche pochi secondi possono essere troppi per un bambino in piscina.
Sempre distratti dallo smartphone: anche pochi secondi possono essere troppi per un bambino in piscina.

Mettere un divieto è irrealistico

Con l'avvento degli smartphone e di internet mobile, il numero di incidenti nei bambini piccoli è generalmente aumentato. A differenza dei parchi giochi, negli incidenti in acqua è più facile riconoscere un collegamento diretto con lo smartphone. Quando un bagnino o altri ospiti intervengono per salvare i bambini piccoli, trovano spesso i genitori seduti nelle vicinanze, assorti nei loro smartphone.

«Dobbiamo intervenire più spesso a causa dei telefoni cellulari», afferma su «Der Bund» Michael Kunz, ora presidente onorario dell'Associazione Svizzera dei maestri bagnini (AMB). Nonostante le richieste, non esiste un divieto generale di utilizzo degli smartphone nelle piscine. Le regole sono diverse, spesso formulate in modo vago e difficili da applicare.

Buon senso e responsabilità personale

Due esempi: l'ordinanza sui bagni municipali di Berna (disponibile in tedesco) non menziona i telefoni cellulari, ma dice che i bagnanti e gli altri utenti della struttura devono avere riguardo per gli altri e astenersi dal fare qualsiasi cosa che possa arrecare disturbo agli altri ospiti o mettere in pericolo se stessi o altri.

Per le strutture balneari della città di Zurigo (disponibile in tedesco) si legge esplicitamente che c'è il divieto di fare foto e video. Tuttavia, sono ammesse le foto di tramonti a patto che non vi siano ritratte delle persone. Entrambi gli approcci dimostrano quanto sia difficile monitorare le regole e quanta sensibilità sia richiesta al personale.

Uso dello smartphone

Conosci il regolamento della tua piscina?

  • C'è un divieto di foto e video.
    36%
  • Non ci sono divieti generali.
    28%
  • Non lo conosco.
    35%

Il concorso è terminato.

Una foto veloce per i nonni, essere raggiungibili via WhatsApp, pagare le patatine al chiosco: lo smartphone fa parte della nostra vita quotidiana e da tempo è anche impermeabile. Questo non migliora la situazione per i bagnini. Come possono poche persone tenere d'occhio tutto ciò che viene fatto con i dispositivi mobili? Spesso possono solo fare appello al buon senso dei bagnanti. Nella sua campagna, la Verband Hallen- und Freibäder (Associazione delle piscine coperte e scoperte) fa leva anche sull'autoresponsabilità.

L'Associazione delle piscine coperte e scoperte promuove la responsabilità personale.
L'Associazione delle piscine coperte e scoperte promuove la responsabilità personale.
Fonte: Screenshot/vhf-gsk.ch

Una giornata in piscina con i bambini può essere molto faticosa per i genitori che non vedono l'ora che questa fase così impegnativa passi. Inoltre, non appena i bambini riescono a fare le prime bracciate, i genitori spesso sopravvalutano le loro capacità e si cullano in un falso senso di sicurezza. Un livello di sicurezza che anche gli aiuti al galleggiamento possono garantire solo in misura limitata. La responsabilità è sempre dei genitori, anche se alcuni sembrano cederla alla cassa.

Le aree dedicate ai più piccoli non hanno più un grande ruolo nella mia vita da un po', tuttavia alcune situazioni mi resteranno impresse per sempre. Per esempio, di bambini piccoli a faccia in giù nell'acqua bassa per un breve e interminabile momento. O saltare nella piscina profonda, raggianti e senza paura, per poi essere riportati in superficie da sconosciuti. Fortunatamente, molte persone hanno ancora un occhio di riguardo per le situazioni di pericolo che potrebbero verificarsi e lasciano smartphone, libri e riviste nella borsa, dove devono stare quando si è in piscina con bambini piccoli.

Cosa osservi quando vai in piscina? Ti disturbano gli smartphone o hai vissuto anche tu situazioni spiacevoli? Come percepisci il lavoro dei bagnini e delle bagnine? Fammelo sapere nei commenti.

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Semplice scrittore, doppiamente papà, che ama essere in movimento e destreggiarsi nella vita familiare quotidiana, come un giocoliere che lancia le palline e di tanto ne fa cadere una. Può trattarsi di una palla, di un'osservazione, o di entrambe.

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