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Mike Jucker
Retroscena

Surfare, skateare, pagaiare: Mike Jucker e le nuove tendenze alle Hawaii

Siri Schubert
8/5/2024
Traduzione: Sanela Dragulovic

Da due decenni, Mike Jucker segue le tendenze più importanti del surf, dello stand-up paddel e del foiling alle Hawaii. Per condividere la sua passione per le tavole e le onde, ha fondato un marchio di longboard e una rivista di stand-up.

Cosa ti ha portato dalla Svizzera alle Hawaii?

Mike Jucker: Vivo a Maui da 22 anni. Il motivo per cui ho lasciato la Svizzera era per realizzare il mio sogno di un'estate eterna e surfare tutti i giorni. In gioventù, quando avevo circa 20 anni, mi sono lasciato trasportare per scoprire il mondo. Finché non ho incontrato mia moglie a Oahu.

Ti sei subito stabilito lì?

No, non è così semplice ottenere il permesso di soggiorno e di lavoro. Abbiamo avuto una relazione a distanza per diversi anni, poi ci siamo incontrati di nuovo alle Hawaii nel 2002 e ci siamo sposati in modo del tutto spontaneo. Quello che avevamo allora entrava praticamente nelle nostre borse da viaggio. Siamo a Maui da 22 anni e ci siamo costruiti una vita qui. E abbiamo anche tre figli che amano le onde, il surf e il mare.

Da dove nasce la tua passione per gli sport acquatici?

All'inizio stravedevo per gli sport con la tavola. Sono cresciuto in città, a Zurigo, con lo skateboard e in montagna con lo snowboard. Gli sport con tavola mi hanno sempre affascinato, ma ciò che mi entusiasmava davvero erano le tropicali onde blu delle Hawaii, dell'Indonesia, dell'Australia e delle Fiji.

Puoi descrivere meglio il fascino delle onde?

Cosa è successo dopo?

Anche se si vive un sogno non bisogna dimenticare la realtà. Il primo passo è stato quello di cercare un lavoro. A Maui, ho iniziato la mia carriera nel settore alberghiero.

Ma non era abbastanza, perché sei rimasto fedele alle tavole.

Tu non sei solo un esperto di skateboard e longboard, ma anche di stand-up paddle. Come ci sei arrivato?

Il 2010 è stato l'anno di svolta. Lo stand-up paddle era ancora largamente sconosciuto in Europa, anche se in Svizzera e Germania iniziavano a svolgersi le prime gare ed eventi. All'epoca non esisteva un sito web che scrivesse di questo nuovo sport e ne riportasse le tendenze. Ero praticamente seduto alla fonte e gli occhi del mondo dello stand-up erano puntati sulle Hawaii, sui pionieri di questo sport, Laird Hamilton, Dave Kalama e Robby Naish.

Ci siamo conosciuti qualche anno più tardi alle Hawaii, alla mia prima gara Molokai2Oahu nel 2014.

Cosa rende la rivista così speciale?

Poiché vivo a Maui, ero presente fin dall'inizio. Leggende come Kai Lenny e Connor Baxter erano ancora adolescenti. Io stesso ho partecipato a molte gare. Per me è importante fare ciò di cui scrivo. Se si proviene dalla cultura del surf, è anche una questione di rispetto: non mi limito a stare in disparte e a guardare ciò che accade in acqua, ma sono presente in prima persona.

Nel frattempo, però, lo sport si è evoluto.

Assolutamente. Lo stand-up paddle si è evoluto dal surf. Alle Hawaii si è sviluppato il downwind paddling, che ti permette di navigare sulle onde per lunghe distanze. In Europa, la pagaiata in acqua piatta è diventata molto popolare sviluppando diverse discipline. Tuttora, gli eventi competitivi sono molto in voga, diventando sport popolare e ricreativo nel vecchio continente.

Alle Hawaii le cose sono andate diversamente.

Ovviamente. Atleti come Kai Lenny, che sulle grandi onde fa cose incredibili su tutti i tipi di tavole, hanno presto scoperto che era troppo noioso pagaiare sul percorso tradizionale di Maui, la Maliko Run, su una tavola lunga 14 piedi. Così è nata l'idea di avvitare un foil (una specie di ala) sotto la tavola, una tendenza tipica del kitesurf e windsurf. E il successo è stato maggiore del previsto.

E il downwind foil?

Qui sono praticamente tutti surfisti e quando si tratta di velocità e adrenalina nessuno rinuncia. Il foiling è stato quindi rapidamente adattato al surf. E l'intera faccenda era così nuova che le tavole da stand-up sono rimaste nei garage. Lo stand-up paddle si era praticamente estinto alle Hawaii. E poi è arrivata l'ala che ha permesso di sfruttare la potenza del vento dando a questo sport un'ulteriore spinta.

In che direzione va lo sviluppo?

Al momento, lo sviluppo sta procedendo rapidamente. Ho accompagnato tutto questo con la rivista Stand-Up, così che siamo diventati in un certo senso anche una rivista di foil e di wing. La tecnologia è ormai così avanzata che anche i foil sotto il SUP stanno diventando molto efficienti, in quanto consentono di galleggiare sul mare con la forza della pagaiata. Si può fare anche senza 30 nodi di vento.

Nella seconda parte del video si possono vedere i diversi tipi di foil.

Il foiling sostituirà lo stand-up paddling?

Grazie Mike per l'intervista e per le interessanti informazioni sul mondo degli sport acquatici.

Immagine di copertina: Mike Jucker

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Ricercatrice subacquea, guida outdoor e istruttrice di SUP. Anche se non sono ancora un'esperta dell'acqua, perché ho ancora molto da scoprire e imparare, laghi, fiumi e mari sono i miei campi da gioco. Mi piace anche cambiare prospettiva e guardare il mondo dall'alto, facendo del trail running e facendo volare droni. 


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