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Larian
Opinione

5 anni di «Baldur's Gate 3»: perché il gioco rimane un capolavoro irripetibile

Rainer Etzweiler
6/10/2025
Traduzione: Leandra Amato

«Baldur's Gate 3» è il risultato di una coincidenza cosmica in cui tempismo, talento e nostalgia si sono fusi creando una simbiosi perfetta. Probabilmente non vedremo mai più un capolavoro del genere.

E «Baldur's Gate 3»? È Zeus in persona, che ha sparato la sua intera collezione di fulmini in una bottiglia di champagne. Il gioco è uscito in early access il 6 ottobre 2020: cinque anni dopo, ne parliamo ancora come se avessimo vissuto un'esperienza religiosa collettiva.

Cosa rende questo gioco così speciale?

1. Il tempismo

Le prime due parti di «Baldur's Gate» sono ancora tra i migliori giochi di sempre. Nel 1998, la prima parte ha inaugurato la rinascita del genere RPG e il sequel ha seguito l'esempio solo due anni dopo, rendendo tutto più grande, più impressionante e più epico. Un'intera generazione di gamer è cresciuta con questi giochi e da allora attende un seguito degno di questo nome.

Quando Larian Studios ha finalmente pubblicato «Baldur's Gate 3» nel 2023, il tempismo non poteva essere migliore. Dungeons & Dragons, la licenza su cui si basano il mondo del gioco e le sue regole, stava vivendo il suo periodo di massimo splendore.

Grazie a «Stranger Things», i nerd hanno improvvisamente saputo cosa fosse un D20 e «Critical Role» ha trasformato l'hobby da nerd in un fenomeno mainstream. Matt Mercer e la sua troupe trasformano regolarmente le sessioni di carta e penna in oro per l'intrattenimento, attirando milioni di persone davanti agli schermi. Improvvisamente, l'hobby per il quale venivi picchiato al parco giochi solo pochi anni prima era diventato di moda.

«Baldur's Gate 3» trasmette la sensazione di una vera sessione di D&D in modo così perfetto che si sente quasi l'odore della pizza fredda e della coca cola stantia. Le meccaniche dei dadi, la libertà di risolvere i problemi, le conseguenze di ogni decisione presa: sembra di essere seduti al tavolo con gli amici, solo con una grafica migliore e meno discussioni sull'interpretazione delle regole.

2. Lo studio del momento

Lo studio di sviluppo Larian è stata la scelta perfetta per il progetto. I belgi hanno pubblicato il loro primo gioco di ruolo «Divine Divinity» nel 2002. La sua qualità era ancora molto lontana dalla produzione odierna, ma ha gettato le basi per un'ascesa costante fino a diventare il miglior studio occidentale di giochi di ruolo di sempre.

«Divinity Original Sin» (2014) e «Divinity Original Sin 2» (2017) si presentano come un cumulo di tutta l'esperienza accumulata da Larian. Ripensandoci ora, i due giochi sembrano lettere di candidatura per lo sviluppo di «Baldur's Gate 3».

3. Il coraggio di essere pazienti

Decenni di esperienza incontrano la libertà creativa: una combinazione che nel panorama videoludico odierno è più rara di un lancio privo di bug da parte di Bethesda. Tuttavia, anche questo non è stato lasciato al caso: «Baldur's Gate 3» è rimasto per molto tempo in early access – ben tre anni.

Mentre gli altri studi di sviluppo servono con orgoglio i loro prodotti incompleti (dico a te, «Cyberpunk 2077»!), Larian ha usato la comunità come un enorme laboratorio di prova per eliminare il maggior numero possibile di difetti prima dell'uscita. Di conseguenza, il gioco è stato messo in vendita senza errori, nonostante le infinite possibilità di interazione.

«Un gioco che viene ritardato, alla fine sarà buono, ma un gioco che viene lanciato in fretta e furia, rimarrà sempre pessimo», è una citazione erroneamente attribuita al creatore di Mario Shigeru Miyamoto. Ovviamente Larian non solo ha preso a cuore questo detto, ma se lo è addirittura tatuato sul petto.

«Baldur's Gate 3» è stato anche l'antidoto perfetto alle numerose e deludenti uscite AAA degli ultimi anni. Nessuna microtransazione, nessun DLC inutile al lancio ufficiale, solo un gioco completo e funzionante.

4. I personaggi

In un gioco di ruolo, la storia è centrale e «Baldur's Gate 3» offre un'epopea spettacolare. Tuttavia, secondo me le storie che i miei compagni d'avventura portano con sé sono molte volte più divertenti e addirittura migliori della trama principale del gioco.

I personaggi sono così ben scritti che anche il critico più scontroso si lascerà influenzare. L'elfa emo Cuorescuro rimane un mucchio di complessi credibili fino alla fine. Astarion è lo stronzo più amabile dai tempi di Bender di Futurama. E se a un certo punto il filo a cui è appesa la mia eterosessualità si spezzerà, sarà probabilmente colpa di Gale, una red flag vagante.

Avevo una cotta per ognuno di loro: un chiaro sintomo di relazioni parasociali.

Intermezzo: parasocialità per principianti – edizione «BG3»

Parasocialità è quando, dopo 200 ore di gioco, inizi a pensare seriamente se Cuorescuro ti ricorda la tua ex, mentre allo stesso tempo inserisci il compleanno di Karlach nel tuo calendario Teams. È quel momento della vita reale in cui borbotti «Wyll capirebbe» dopo che il capo ti ha infastidito di nuovo, o quando ti ritrovi a voler discutere del superamento del trauma di Astarion con un terapeuta.

Sai che questi personaggi virtuali non sono reali, ma dopo la terza scena d'amore il tuo cervello decide che Gale è sicuramente il tuo migliore amico e che combatteresti a ogni costo per questo nerd dipendente dalla magia.

Quando i personaggi dei videogiochi sono scritti così bene da suscitare reazioni emotive genuine e farci riflettere sulle nostre relazioni, un po' di parasocialità non è solo perdonabile, ma diventa un vero e prorpio marchio di qualità. Sorry not sorry, ma sto già programmando la mia prossima seduta di terapia con l'elfo Halsin.

5. La libertà definitiva

Mentre altri franchise di giochi di ruolo come «Dragon Age» e «Final Fantasy» corrono lungo l'autostrada della casualizzazione, Larian decide di andare nella direzione opposta: a tutto gas verso la complessità.

«Baldur's Gate 3» è un gioco di ruolo infinitamente approfondito che offre ai gamer la massima libertà. Vuoi tendere un'imboscata ai mercenari? Fallo. Convincere un nemico boss a uccidersi? Perché no. Rapinare tutti i PNG ed essere comunque l'eroe o l'eroina? La tua bussola morale, le tue regole.

Quasi ogni missione può essere affrontata in modo diverso. L'immaginazione e lo spirito di scoperta non hanno praticamente limiti. Furtività, diplomazia, forza bruta o una combinazione di tutto: il gioco rispetta la tua creatività e premia il pensiero non convenzionale. E questo fornisce l'alimento per il motivo numero 6.

6. La comunità e il valore di rigiocabilità

Mesi e anni dopo, discutiamo ancora di come abbiamo affrontato questa o quella missione. «Hai fatto COSA all'accampamento dei goblin?» è diventata una gag ricorrente. Questo tipo di coinvolgimento organico della comunità non si può comprare, non si può forzare: accade quando un gioco ha una vera risonanza.

Il tutto è accompagnato da un valore di rigiocabilità che solo pochissimi giochi possono vantare. Ogni volta che completo una missione o uccido un nemico, non posso fare a meno di chiedermi se ci sarebbe stato un modo più creativo e migliore per farlo.

Potrei giocare cinque volte a «Baldur's Gate 3» e avere cinque volte un'esperienza di gioco completamente diversa.

Perché «Baldur's Gate 4» sta vivendo un momento difficile

Larian aveva il tempo e il budget per realizzare esattamente il gioco che voleva. Nessun publisher da convincere e nessun azionista da soddisfare. Questo tipo di libertà creativa difficilmente esiste al di fuori della scena indie, a meno che non ci si chiami Hideo Kojima e non si abbia un genitore chiamato Sony.

La licenza e il timing erano perfetti. Sembra che più persone che mai stiano giocando a Dungeons & Dragons. Ma le tendenze sono come le onde: a un certo punto si infrangono. Il prossimo tentativo potrebbe arrivare troppo presto o troppo tardi.

Deve inevitabilmente misurarsi con il suo predecessore e presumibilmente non può che deludere. La pressione si ripercuote inevitabilmente sul team di sviluppo e nessuno lavora bene sotto pressione. La creatività ha bisogno di spazio per respirare, non della costante paura di produrre il prossimo «Mass Effect: Andromeda».

Chi potrebbe sviluppare «Baldur's Gate 4»?

Nonostante il pessimismo, c'è anche un motivo di speranza. Larian non è affatto l'unico studio di giochi di ruolo competente. Per me ci sono tre possibili candidati:

Obsidian Entertainment sarebbe la scelta più logica per il successore. Con «Pillars of Eternity» hanno dimostrato di capire i giochi di ruolo della vecchia scuola e con «The Outer Worlds» hanno dimostrato di saper fare anche dell'umorismo.

Owlcat Games, invece, è riuscita a creare un piccolo successo con «Pathfinder: Wrath of the Righteous», che può quasi tenere testa a «Baldur's Gate 3» in termini di complessità, e «Warhammer 40.000: Rogue Trader», uscito nel 2023, è considerato da molti fan la migliore implementazione videoludica della licenza Games Workshop.

CD Projekt Red ha i mezzi e il talento per far decollare il progetto. Tuttavia, lo studio polacco dovrà prima dimostrare che «Cyberpunk 2077» è un'eccezione e non la nuova regola.

«Baldur's Gate 4» è in arrivo, non c'è dubbio. Ma sarà un gioco diverso, per un tempo diverso. E probabilmente va bene così. Perché abbiamo già avuto il nostro momento. Abbiamo sconfitto il drago, salvato il mondo e con l'orso... beh. Ciò che accade a Faerûn rimane a Faerûn.

Immagine di copertina: Larian

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Nei primi anni ’90, mio fratello maggiore mi lasciò in eredità il suo NES con «The Legend of Zelda», dando inizio a un’ossessione che continua ancora oggi.


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Questa è un'opinione soggettiva della redazione. Non riflette necessariamente quella dell'azienda.

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