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Retroscena

Te lo ricordi? «Suikoden»: la scintilla da cui sono partiti gli JRPG per Playstation?

Kevin Hofer
15/2/2024
Traduzione: Martina Russo

Yoshitaka Murayama, il creatore della serie di giochi «Suikoden», è morto. Questa triste occasione mi ha dato lo spunto per ripensare al primo capitolo della serie, che io collego a due grandi perdite.

Poiché Murayama sta sviluppando un RPG per una console fissa e non una portatile, il team abbandona i piani originali. La fissa, infatti, offre molte più possibilità. L’idea è quindi quella di concentrarsi sul mondo di gioco. Del progetto originale, Murayama mantiene solo il nome del migliore amico del protagonista: Ted.

Murayama è un fan dei manga. Soprattutto di quelli con un cast numeroso. Cast numeroso che vuole anche per il suo gioco, che lui immagina come una storia drammatica con molti personaggi. Chiunque giochi al suo game deve potersi identificare con una delle personalità del gruppo.

Per rendere l’idea appetibile ai responsabili della Konami, Murayama prende spunto dalla serie di libri cinesi «I briganti» – «Suikoden» scritti in giapponese. La storia narra di 108 banditi che si uniscono per opporsi al governo. Ai responsabili l’idea piace ed è così che le «108 Stelle del Destino», come vengono chiamate, diventano parte integrante del gioco. Il gioco «Suikoden», però, non vuole essere una copia de «I briganti».

Murayama, infatti, si ispira anche a «Il campione eterno», un romanzo fantasy dell’inglese Michael Moorcock. «Suikoden» è quindi caratterizzato da una miscela di elementi fantasy occidentali e dell’Estremo Oriente.

Di che cosa tratta «Suikoden»

Di seguito trovi piccoli spoiler sull’inizio del gioco. Se ti interessa giocarlo autonomamente, ti conviene saltare questa parte.

Il tuo personaggio è Tir McDohl. Tir è il nome predefinito, ma puoi anche dargli un nome a piacere. Tir è il figlio del Gran Generale Teo McDohl dell’Impero della Luna Scarlatta, che all’inizio del gioco parte per una missione. Tir resta a casa con i dipendenti Pahn, Cleo e Gremio e con l’amico Ted. Ted è il migliore amico di Teo. Tir ha anche un rapporto amicale con i servitori di casa McDohl.

Tir si unisce all’Armata di liberazione e presto ne assume la guida. Oltre alla storia principale, deve anche reclutare le 108 Stelle del Destino per accrescere il suo esercito, con l’obiettivo di riformare il Paese.

«Suikoden» è rivolto soprattutto a un pubblico giovane. Ma oltre all’orrore della guerra, vengono tratta di temi come il terrorismo, la guerra chimica, il genocidio, il razzismo e il parricidio. Il tutto, tuttavia, è confezionato in modo tale da essere facilmente fruibile dai giovani. La storia mostra il mondo così com’è: non tutto bianco o tutto nero. Se mio figlio dovesse mai interessarsi ai JRPG, gli consiglierei di partire da «Suikoden».

Una particolarità di «Suikoden» è che il personaggio principale è muto. Non parla mai. Si vuole così suggerire che il personaggio incarna te, giocatrice o giocatore davanti allo schermo. Di tanto in tanto puoi prendere delle decisioni, anche se in realtà le opzioni non sono molte. Per procedere, infatti, devi prendere le decisioni prestabilite dal gioco. Questa apparente libertà di scelta è molto comune nei JRPG.

Io e il mio amico quella volta non eravamo particolarmente infastiditi da questa cosa. Al contrario: ci sembrava cool che il protagonista non parlasse. E poi c’era anche il suo look, con la sciarpa verde in testa e il bastone. Ci identificavamo in quel giovane signore.

Poiché è difficile far salire di livello i tanti personaggi, quelli di livello inferiore ricevono molti più punti esperienza. Se un nuovo membro della squadra è 20 livelli sotto al personaggio principale, nel giro di cinque o sei combattimenti questa differenza si riduce a pochi livelli. Questa caratteristica ti sprona anche a provare diverse combinazioni di squadre.

Com’era normale per i JRPG dell’epoca, le battaglie si svolgono a turni. La tua squadra è composta da un massimo di sei persone disposte in due file da tre. Puoi sferrare attacchi fisici o magici e usare oggetti. Sono speciali i cosiddetti attacchi combinati (Unite): alcuni personaggi possono attaccare insieme, causando più danni.

Ci sono personaggi che possono sferrare attacchi corti, medi o lunghi. Se li metti nella fila sbagliata, non saranno in grado di attaccare gli avversari. Chi sferra attacchi corti, ad esempio, combatte solo dalla prima linea. Quindi non comporre la tua squadra solo con personaggi che possono fare attacchi corti.

Colonna sonora geniale che emoziona

Per finire, devo parlare di nuovo della colonna sonora. È stata composta da Mimi Higashino, che non è uno dei grandi nomi. Tra gli altri, ha realizzato brani per «Gradius» o «Vandal Hearts»

La Higashino ha studiato musica classica e lo senti benissimo dalla colonna sonora. Ma la sua musica è molto varia. Con le sue composizioni, la Higashino vuole dare risalto alle varie culture e razze che convivono nel mondo di «Suikoden» e ci riesce benissimo. Mi piacciono tutti i brani del gioco. Sono esattamente in linea con le emozioni che il gioco vuole trasmettere.

Il tema principale è particolarmente significativo: il leitmotiv del brano varia da baldanzoso e coraggioso a delicato e sentimentale. Una valanga di emozioni in così poche note. Emozioni che riaffiorano quando ascolto questa musica, anche ad anni di distanza dalla prima volta in cui l’ho sentita.

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Tecnologia e società mi affascinano. Combinarle entrambe e osservarle da punti di vista differenti sono la mia passione.


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